Doppio annullamento della Cassazione per due vicende legate a presunti illeciti nella sanità pugliese in cui era coinvolta l’ex dg della Asl di Bari Lea Cosentino. Per vicenda della cosiddetta spy story c’è stato annullamento con rinvio nei confronti di tre imputati perché alcune accuse sono prescritte. Per un concorso ritenuto truccato dai pm c’è stato invece annullamento senza rinvio “perché il fatto non sussiste” nei confronti di tutti i sette imputati che ne rispondevano.
In particolare, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado nei confronti dell’ex direttore generale della Asl, Lea Cosentino, e di altri due imputati coinvolti nella vicenda della bonifica degli uffici della Asl da eventuali microspie voluta – secondo la magistratura barese – dall’allora dg, arrestata per questi fatti nel gennaio 2010. Cosentino, l’ex capo area della Gestione Patrimonio dell’Asl di Bari Antonio Colella e l’investigatore privato Antonio Coscia vengono quindi ritenuti responsabili di peculato e dovranno essere nuovamente processati dalla Corte di Appello di Bari per rideterminare la pena inflitta nei loro confronti. Ai tre imputati, infatti, erano contestati altri reati di falso dichiarati prescritti. In appello erano stati condannati a pene comprese fra i 2 anni e 9 mesi e i 2 anni e un mese di reclusione.
Confermata la condanna di Cosentino, Colella e Coscia, al risarcimento danni nei confronti della Regione Puglia. Cosentino e altri sei imputati, tra dirigenti Asl e medici, sono stati assolti, inoltre, dalle accuse di falso relative all’altra vicenda contestata nel processo, quella sulle presunte irregolarità nella selezione per un posto da primario di allergologia nell’Ospedale di Altamura (Bari). Oltre a Cosentino, sono stati assolti l’allergologo Eustachio Nettis (vincitore del concorso incriminato e condannato in appello a 3 anni e 6 mesi di reclusione), l’ex direttore sanitario della Asl di Bari Giuseppe Lonardelli, l’ex dirigente dell’ufficio legale della Asl di Bari Leonardo Digirolamo, gli allora primari dei reparti di allergologia degli ospedali di Caserta e Civitanova Marche, Agostino Cirillo e Stefano Pucci, e il funzionario della Asl di Altamura, Vito Modesto Mastrangelo (tutti condannati in secondo grado a pene tra i 10 e gli 8 mesi di reclusione).