Da anni, la salvaguardia della salute dei cittadini che praticano un’attività sportiva non agonistica o amatoriale è affidata alle disposizioni del Ministro della Salute, in concerto con il Ministro delegato al turismo ed allo sport.
Tra le linee guida dettate è opportuno ricordare l’obbligo dell’effettuazione dei controlli sanitari per gli atleti e la dotazione e l’impiego, da parte delle società sportive sia professionistiche sia dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici, di personale abilitato e di eventuali altri dispositivi salvavita.
Recentemente, però, vista anche la nota espressa dalla Federazione Italiana Medici Pediatrici, l’Ufficio legislativo del Ministero della Salute ha decretato che “Non sono sottoposti ad obbligo di certificazione medica, per l’esercizio dell’attività sportiva in età prescolare, i bambini di età compresa tra O a 6 anni, ad eccezione dei casi specifici indicati dal pediatra”.
Tale scelta vorrebbe semplificare la promozione dell’attività fisica organizzata per i bambini, facilitare l’approccio all’attività motoria costante fin dai primi anni di vita, favorire un corretto modello di comportamento permanente, nonchè non gravare i cittadini ed il Servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni.
Ebbene, dalla lettura del decreto interministeriale e degli scopi che lo hanno promosso, sembrerebbe tutto molto nobile.
Eppure, il provvedimento stona con tutta la campagna di sensibilizzazione e prevenzione proclamata da anni, conseguenza delle non poche tragedie che hanno interessato il mondo dello sport, e con la necessità delle Associazioni e società sportive dilettantistiche di verificare l’idoneità dell’iscritto a praticare sport e non rischiare di diventare le uniche responsabile di eventuali sinistri occorsi.
Viste le imputabilità, penali e civili, eventualmente derivanti in capo al presidente della compagine sportiva, che notoriamente non ha l’onere di avere competenze mediche, le polizze assicurative abitualmente sottoscritte dalle Federazioni e dagli Enti di promozione sportiva che nella maggior parte dei casi non risarciscono gli eventuali danni derivanti da patologie preesistenti, chi scrive consiglia senza dubbio l’assunzione del certificato medico anche per i minori di anni 6.
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