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Bari, macchie di sangue, lunghe attese tra le zanzare e diagnosi inesistente: l’incubo del Giovanni XXIII in una lettera al ministro Grillo

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mar, 7 Marzo 2023 - 20:08

Due genitori del Piemonte si trovano in vacanza in Puglia. Hanno due figli, due gemellini. La femminuccia si ammala e viene portata al pronto soccorso del Giovanni XXIII a Bari. Ecco il racconto della zia della piccola in una lettera inviata al ministro Giulia Grillo.

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“Signora ministro
so che ha un gran da fare per ciò che Le è stato lasciato in eredità, ma vorrei raccontarle un episodio che vede coinvolta la mia nipotina di 16 mesi.
Sono una zia di due gemelli vivono in Piemonte e sono venuti, con i loro genitori, a Bari per le vacanze.
I primi di agosto la femminuccia si ammala: febbre e vomito. Somministrata la Tachipirina, la febbre, il terzo giorno, comincia a non scendere più e continuano i casi di vomito.
Il 3 agosto, alle ore 19.15, i genitori decidono di portarla al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni XXIII, dove, poco dopo, vengono raggiunti dalla sottoscritta.
Dopo aver fatto l’accettazione, descrivendo lo stato di G., veniamo fatti accomodare in sala d’attesa già piena di persone, di bambini perché il medico era solo uno ( notizia data dalla guardia giurata per far calmare i tanti genitori fin troppo agitati e impazienti di risolvere il problema ai propri figli in tempi ragionevolmente brevi).
Attendevamo il nostro turno in un ambiente in cui pare che le zanzare avessero trovato il luogo ideale per sfamarsi. Abbiamo messo subito la protezione alla bambina per fortuna presente nello zaino che la mamma porta sempre con sé.
Dopo circa un’oretta, visto che la febbre saliva, ci hanno chiesto se avessimo la Tachipirina con noi. Alla nostra risposta affermativa ci hanno suggerito di somministrarla. La bambina è stata spogliata, in sala d’attesa, girata e in posizione supina è stata inserita la suppostina,con pianti della bambina che puntualmente si sono presentati.
Fatta calmare, rivestita, abbiamo atteso altre due ore in una sala in cui si soffriva caldo, aria consumata dal cattivo odore, zanzare e con tanta gente che si lamentava.
Alle 22.20 vengono richiamati i genitori e alle 24 viene ricoverata per disidratazione nel reparto “malattie infettive” ( non ho ben capito l’attinenza, ma non essendo medico, abbiamo dovuto tacere per non creare altri disagi).La diagnosi è stata riferita a voce, ma nel foglio di dimissioni, giorni dopo, abbiamo letto “diarrea infettiva”….diarrea?! Ma se noi abbiamo portato la bambina per febbre e vomito??? Bah….andiamo avanti.
Il giorno dopo, sabato 4 agosto,  alle 12 c’è il giro medici. La dottoressa ” emocromo va bene….solo globuli bianchi un po’ bassi. Reazione alla diarrea”.

Abbiamo ripetuto per ben tre volte che la bambina non ha mai avuto episodi di diarrea, ma niente.
Va via e, solo dopo, sappiamo che la stessa dottoressa ha omesso di scrivere, nel registro medici, un controllo emocromo per il lunedì successivo, eh sì perché la domenica non si effettuano controlli, è festivo!
Il lunedì, al sospirato giro medici, alla richiesta di fare un paio di domande, la Dottoressa di turno risponde a mio cognato ” l’importante è che le domande siano brevi perché c’è tanto lavoro” Conclusione: domenica, perché festivo, e lunedi, per dimenticanza, mia nipote è rimasta in ospedale sino al martedì ore 13, con controllo emocromo fatto alle ore 7.30 del giorno stesso, in una stanza assai piccola in cui caldo e aria sporca ne facevano da padrona,  tanto è che la piccola ha avuto uno sfogo sulla pelle per tutto il corpo.

Poca pulizia, poca attenzione nel farla: pavimenti appiccicosi, bagni poco igienizzati, residui alimentari nelle fessure dei letti e sedia trovata con macchia di sangue fresca ( ricordo e sottolineo che ci trovavamo nel reparto malattie infettive). Mi dispiace solo di non aver fatto foto, ma in quelle situazioni hai solo la preoccupazione per il paziente! Finalmente la sospirata dimissione!
Alla domanda ” cosa ha avuto mia figlia?!” La risposta è stata” Signora le analisi sono perfette….non sappiamo che dirle..”
Unica nota  positiva sono stati gli infermieri e gli addetti alla distribuzione del cibo.
Ora, ho voluto solo raccontare i fatti in maniera dettagliata, ho omesso commenti perché ritengo che con le polemiche non si va da nessuna parte.
Spero solo che l’attenzione non venga solo riservata alla questione vaccini, ma si guardi anche a molte strutture ospedaliere che necessitano  di “salute”: interventi igienico-sanitarie, pazienza, umiltà e professionalità dei tanti addetti ai lavori soprattutto se si tratta di bambini così piccoli!”

Nel racconto la signora cita un caso di un altro padre che ha accompagnato il figlio in ospedale: al piccolo avrebbero persino sbagliato a fare i raggi. Per sedare la rabbia sarebbe intervenuta la polizia.

“Il papà di un bambino è arrivato all’ esasperazione! Il papà in questione aveva portato suo figlio la settimana prima per una frattura al braccio destro, sbagliando i raggi perché fatti al braccio sinistro, il bambino  fu rimandato a casa. Dolori che non finivano, il papà ha risolto portando il figlio all’ospedale del San Paolo di Bari.
Dopo una settimana, sempre questo papà, ha riportato il figlio al pronto soccorso del Giovanni XXIII, questa volta per febbre a 41 che non scendeva. A causa delle sue continue polemiche, fatte ad alta voce, è stato convocato dalla dottoressa che gli ha detto ” se non è soddisfatto del servizio in questa struttura, poteva andare altrove”. In seguito a questa affermazione, c’è stata una grossa lite che ha costretto a chiamare la polizia di stato.
Tutto questo caos, in presenza di bambini stanchi e ognuno con una propria patologia, ha solo aumentato pianti per i minori e tanto nervosismo nei grandi”.

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