Trapianto incrociato di rene in Puglia. L’operazione, compiuta al Policlinico di Bari e che ha permesso di salvare quattro vite, è stata al centro di una conferenza stampa del governatore Michele Emiliano, affiancato dal preside di Medicina, Loreto Gesualdo.
“Il nostro sistema trapianti – ha detto Emiliano – ha potuto partecipare, grazie all’eccellenza che ha raggiunto, ad un processo di scambi incrociati di organi che consente di procedere all’implementazione dell’organo anche in casi di incompatibilità. Si tratta di un sistema che attraverso un algoritmo consente, anche in caso di incompatibilità, di allocare l’organo giusto sul paziente giusto anche a distanza di moltissimi chilometri l’uno dall’altro e tra famiglie diverse, data la disponibilità dei consanguinei alla donazione. Questo procedimento prevede una eccellenza straordinaria non solo nella qualità dell’espianto e del reimpianto, ma anche nella velocità di esecuzione dell’operazione, perché tutto deve avvenire in pochi minuti”.
Il programma seguito, che si chiama ‘Deck’ (DECeased-Kidney) e prevede l’uso di organi da donatore deceduto, ha innescato una catena di trapianti tra coppie immunologicamente incompatibili. Un aiuto importante per implementare i trapianti di rene da donatore vivente tra persone che, anche se legate affettivamente, sono spesso incompatibili tra loro.
“Oggi – ha detto il prof. Gesualdo – stiamo vivendo una bella storia di emozioni fatta di uomini e donne, realizzata per la prima volta a Bari. Siamo entrati in una catena di donatori non consanguinei, che hanno messo a disposizione il proprio rene, e abbiamo così trapiantato quattro vite umane. La disponibilità di un donatore da cadavere di Genova ha permesso l’innesco della catena con trapianto di un ricevente di Padova la cui moglie, di 47 anni, ha messo ieri a disposizione il suo rene per una donna ricevente pugliese il cui marito, l’11 settembre, donerà a sua volta ad un’altra coppia incompatibile padovana. Il rene della coppia padovana sarà donato ad un ricevente in lista d’attesa da cadavere, che chiuderà la catena”.
La dottoressa Lucrezia Furian, della unità di Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas dell’ospedale padovano, spiega che l’eccezionalità del caso consiste nel fatto che “si è innescata una catena di trapianti tra coppie immunologicamente incompatibili” grazie al fatto che “un paziente ha potuto ricevere un organo da un soggetto deceduto e in questo caso la donatrice che voleva donare, ma il cui organo non era compatibile, ha donato ad un altro soggetto che a sua volta aveva un donatore con lui incompatibile”.
Ad eseguire per la prima volta in Puglia questo tipo di intervento è stata l’equipe del professor Michele Battaglia, direttore del Centro trapianti di rene del Policlinico. L’organo per il trapianto è arrivato a bordo di una auto della polizia stradale di Padova ed è stato trapiantato a Bari martedì pomeriggio.
In Puglia si stanno compiendo passi avanti proprio nel campo dei trapianti. Al 10 agosto sono 14 i trapianti di rene da donatore vivente effettuati al Policlinico. L’Università di Bari ha reclutato dall’Università di Padova il professore Marulli, uno dei migliori chirurgi toracici di Italia per avviare il trapianto di polmone. In 14 giorni sono stati effettuati tre trapianti di cuore dal professore Milano, originario di Acquaviva e proveniente dall’Università di Verona. Stabili al di sopra dei 20 trapianti l’anno, le operazioni sul fegato.