“Niente caso Puglia, la nostra regione continua ad attrarre turisti. C’è un caso solo Gallipoli”. Ad assicurarlo Federalberghi che ha monitorato i dati di questa estate.
«Si registra un calo degli arrivi – spiega Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – soprattutto dei frequentatori della movida di Gallipoli, quel grande flusso di giovani che negli ultimi due anni ha fatto registrare a Gallipoli 500mila presenze ufficiali che diventavano oltre un milione e mezzo secondo i dati dei rifiuti raccolti in una città che conta 20mila abitanti. Ci si era illusi di essere la nuova Ibiza senza aver lavorato né programmato un modello da capitale del divertimento che funzioni, che rispetti le regole e che non sia solo speculazione mordi e fuggi fatta da improvvisati “imprenditori”, supportati da grandi piattaforme web tipo Airbnb, capaci solo di affittare garage, balconi e terrazzini in nero per l’80% dei casi.»
«Per spiegare la parabola repentina del fenomeno Gallipoli – continua il leader degli albergatori pugliesi – non credo sia necessario scomodare le teorie sulla variabilità dei flussi turistici. Molto più semplicemente, le istituzioni pubbliche regionali e locali hanno contato su un boom che sarebbe andato avanti da solo. Nessuno ha mai riflettuto e operato sulle infrastrutture (strade, ferrovie, servizi basilari come l’acqua, ecc.) che sono ancora al livello del pre-boom. Pochi hanno compreso i danni che l’abusivismo diffuso avrebbe provocato all’intero sistema turistico, anche al di là di Gallipoli».
«Non esiste un caso Puglia – conclude Caizzi – i dati che arrivano dal settore alberghiero sono in linea con i numeri dello scorso anno. Certo, eravamo abituati a crescere del 20% annuo. Il 2018, invece, presenta un andamento meno spinto, con alcune aree in calo e altre in forte crescita. Ma noi imprenditori avevamo ben presente la situazione e sapevamo che era in atto la riapertura di alcuni mercati, come quello del Nord Africa, che fino allo scorso anno erano off limits»