Stabilizzazioni del personale sanitario ancora al palo, nonostante il via libera della Regione Puglia. Al primo luglio, le sei Asl pugliesi avrebbero potuto iniziare a far firmare i contratti a tempo indeterminato a medici, infermieri, ostetriche, tecnici presenti nell’elenco dei 1.355 precari, ma – salvo rari casi – tutto sarebbe fermo.
A denunciarlo sono i sindacati che, venerdì scorso, durante l’incontro con il presidente Michele Emiliano, il direttore del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti e il consigliere del governatore per le Politiche del lavoro, Domenico De Santis, hanno ribadito le loro preoccupazioni. Al tavolo erano presenti Cgil, Cisl, Uil e Fials, l’unica rassicurazione ricevuta è che la Regione ribadirà “l’invito ai direttori generali a procedere laddove non si sia ancora avviato il processo”. Su tempi e modalità, però, non ci sono state indicazioni e i sindacati temono che, in questo modo, ogni Asl possa agire in maniera differente e che la situazione di stallo possa prolungarsi. Al termine dell’incontro è stato anche deciso di istituire un gruppo di lavoro per monitorare il tutto e “per costruire insieme una soluzione futura per i lavoratori a tempo determinato ancora impegnati nella sanità”, dicono dalla Regione.
Complessivamente, i lavoratori del comparto sanitario che attendono un contratto a tempo indeterminato sono 1.355. Le stabilizzazioni rispettano il decreto Madia, che è stato leggermente modificato e ha allargato la platea. I lavoratori, per avere titolo alla stabilizzazione, quindi, devono aver lavorato almeno tre anni dal 2012 al 31 dicembre 2017 in aziende del servizio sanitario pubblico nazionale, anche in altre Regioni e non in via continuativa. Oltre agli 897 infermieri, la categoria più presente, negli elenchi ci sono 100 medici e 130 dirigenti, poi anche biologi, tecnici di laboratorio e di radiologia, dietisti, logopedisti e ostetriche. L’intera operazione di stabilizzazione dovrebbe concludersi, sempre stando a quanto comunicato ai sindacalisti, entro la fine dell’anno.