Sono circa una decina i casi accertati di infezione da West Nile Virus in Veneto. Ebbene, il ministero della Salute ha emesso di recente una circolare con il “Piano di sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu – 2018”.
“Complessivamente in Italia, dal 2008 al 2017 sono stati notificati oltre 247 casi umani autoctoni di malattia neuro-invasiva da West Nile, da 9 Regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna) – si legge nel Piano – e 8 casi confermati importati. È stata inoltre segnalata la circolazione del WNV in zanzare, uccelli e cavalli sul territorio di 14 Regioni (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Molise, Toscana, Basilicata, Lazio, Puglia, Calabria, Liguria) con 1.426 casi confermati di infezione” nei cavalli. Nel 2017 sono stati notificati inoltre 4 casi nell’uomo confermati di infezione da virus Usutu da 2 Regioni (Lombardia e Lazio) in donatori di sangue, di cui solo 1 sintomatico.
I sintomi iniziali dell’infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati dalla comparsa di febbre moderata che in genere perdura da tre a sei giorni. Ad essa si associa spesso un senso di malessere generalizzato, anoressia, nausea, cefalea (mal di testa)
Il nuovo Piano introduce importanti aggiornamenti relativi principalmente alla sorveglianza entomologica (in particolare nell’allegato 4, che riporta le specifiche sul controllo del vettore). Il virus West Nile è stato segnalato in Europa a partire dal 1958 ed è considerato il flavivirus più diffuso al mondo. Il meno noto virus Usutu, anch’esso un flavivirus, è invece stato osservato per la prima volta in Europa nel 1996, ed in Italia è stato segnalato sporadicamente in Emilia-Romagna.