Produrre e vendere la cannabis light (con Thc inferiore allo 0,2%) è ufficialmente legale. Lo rende noto il ministero dell’Agricoltura, il Mipaaf, con una circolare: “La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso Thc di oltre lo 0,2% come previsto dal regolamento europeo”.
A distanza di un anno dall’avvio del business in un mercato deregolamentato adesso tutti i coltivatori della marijuana senza principio attivo potranno investire nel settore con maggiori certezze. Un boom che coinvolge soprattutto gli agricoltori: si è passati dai 400 ettari di terreno coltivati del 2013 ai quasi 4mila stimati per il 2018.
La circolare pone anche dei limiti sulle importazioni che non rientrano nel catalogo europeo e mette dei limiti alle inflorescenze ibride ed erbe svizzere. “Abbiamo portato l’infiorescenza di canapa, la cannabis light, da assente dalla legislazione a riconosciuta. E’ solo il primo di una lunga serie di obiettivi che ci siamo prefissati, ma è un inizio”, scrivono gli operatori di Easyjoint, una delle prime aziende italiane a credere nella produzione della sostanza non stupefacente.
Il boom di ordinazioni che supera le 15 tonnellate coinvolge anche la Puglia. L’ultima qualità “Seedless Roots” è stata coltivata (indoor o outdoor) nell’area del Salento e nelle campagne circostanti alla Bat. Un barattolo da 5 grammi è disponibile per maggiorenni dai 25 ai 29 euro.