Bari che cambia, fra opere finite e cantieri aperti. Il senso civico, il rapporto con mare, la vivibilità dei luoghi, la necessità di creare attrattori anche nelle periferie. Da via Sparano al Ponte Adriatico, dall’ambizioso progetto del Lungomare Sud agli attrattori culturali, dai cassonetti al verde urbano. Ne abbiamo parlato con Beppe Fragasso, presidente di Ance Bari e BAT e membro nazionale del comitato di presidenza dell’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili
Architetto Fragasso, le piace Bari?
E’ una bellissima città, con un clima assai piacevole: ma le sono molto affezionato e quindi probabilmente il giudizio può essere influenzato. Ritengo che oggi Bari sia una città che possa avere un grosso appeal nel Meridione.
E’ cambiata e sta cambiando molto negli ultimi anni. Cosa apprezza maggiormente?
Negli ultimi vent’anni il recupero della città vecchia, di via Argiro e via Melo sono stati elementi molto importanti. Parliamo di elementi molto attrattivi.
Cosa si poteva fare meglio?
Si potrebbe fare di più sulle periferie, come sul Lungomare Nord dove la riqualificazione è un po’ in ritardo, anche se il risultato sarà positivo. Si muove finalmente qualcosa su Palese e Torre a Mare. Si può fare di più sul recupero del lugmomare sud: Ance ha dato un contributo di idee notivevole l’estate scorsa. Bisogna recuperare il rapporto con il mare attraverso il rispetto del paesaggio e la creazione di attrattori sul mare. Bisogna ampliare l’offerta dei lidi e di utilizzo della costa: a Torre Quetta è stato fatto molto bene e pare si prosegua su quella direzione. Al di là del mare, penso sia opportuno creare all’interno dei quartieri una zona di rigenerazione, che non limiti l’attrazione solo al centro e alla città vecchia.
A proposito di Bari e del mare, il lungomare di San Girolamo con la nuova piazza sul mare ha sollevato pareri differenti e qualche muguno dei residenti che preferivano la vista classica: cosa ne pensa?
Non ho visitato il cantiere ma, come dissi a suo tempo per via Sparano, lasciamo che sia conclusa e vediamo cosa il risultato.
Stesso discorso per il Ponte Adriatico?
E’ un pezzo importante di un’opera più grande che va completata. Già adesso un vantaggio lo crea, perché è un collegamento rapido dalla zona Nord allo svincolo per Taranto. Penso che i risultati saranno più evidenti quando verrà completata la camionabile.
Il suo parere sulla nuova via Sparano?
Mi piace molto. Ha dato una nuova spazialità, ha creato un’enorme piazza che Bari non aveva. E con i corner verdi sarà ancora più bella.
Al miglioramento dell’estetica contribuisce, in alcuni quartieri, l’eliminazione dei cassonetti dalle strade grazie al servizio porta a porta…
Se giriamo per il mondo, l’Europa, l’Italia di esperienze ce ne sono notevoli, in alcuni casi anche cassonetti interrati. Spesso qui ci si imbatte in cassonetti lasciati aperti o addirittura incendiati: in una città civile si dovrebbe evitare e ci sono tutti gli strumenti per farlo.
Il recupero di luoghi di interesse quali il mercato del pesce di Piazza del Ferrarese oppure il Teatro Margherita: quali i vantaggi per la città?
Sicuramente tutti gli elementi di attrazione culturale sono più che importanti. Spero che il Comune pensi già all’utilizzo di questi luoghi e alla gestione, per non trovarci con dei luoghi attrezzati che abbiano difficoltà di equilibrio economico. E’ importante anche pensare in maniera moderna sia a pedonalizzare piazze, sia alla vivibilità di chi ci abita: per invogliare le persone a vivere i luoghi, bisogna garantire un minimo di vivibilità ai residenti.
Lei ha progettato l’attuale Piazza Mercantile: l’area e la città di oggi sono come le aveva immaginate allora?
La immaginavo con un po’ più di sedute e intrattenimento, avendo previsto anche due punti con torrette avvolgibili per palchi dove ospitare spettacoli. Secondo me è eccessivo l’utilizzo della zona food, non so nemmeno come facciano a lavorare tutti. Dovrebbero esserci più attività artigiane come accade in tutti i centri storici, da Firenze a Roma.
Città più sostenibile e verde urbano: che voto dà a Bari?
Il bisogno di verde non è mai troppo e più ce n’è, meglio è. Ma avremo un parco 2 giugno ampliato e nei progetti, sul lungomare Sud, il parco sul mare più grande d’Europa. Quattro palme su via Sparano non erano verde, ma arredo. Si può provare a creare strade urbane alberate, ma non mi sembra che i baresi siano così rispettosi del verde da far venir voglia all’amministrazione a investirvi più di tanto: la situazione di piazza Diaz è eloquente. Certo, il cittadino va anche educato.