L’aumento del 37,7 per cento di ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa in solo un mese dal 7 marzo ad oggi nella zona di contenimento – denuncia Coldiretti Puglia – evidenza quanto la malattia sia sfuggita di mano.
“Il fronte della malattia è molto ampio e la Xylella è tutt’altro che sotto controllo – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – mentre l’insetto vettore, la sputacchina, ha già superato i primi stadi giovanili ed è ormai prossima a divenire insetto adulto in molte aree e i terreni ancora bagnati per le piogge intense delle ultime settimane non aiutano, perché ritardano le fresature e gli sfalci. Se le attività non saranno svolte con convinzione e al centimetro da tutti, l’avanzamento è certo, abbiamo 4 anni di esperienza e di prove scientifiche. In caso di inadempienza, le multe devono essere comminate a tutti, anche agli enti pubblici, a partire dai Comuni e dal Demanio, che devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali”.
Per questo Coldiretti Puglia, in occasione dell’incontro odierno a Monopoli (Bari), ha distribuito agli olivicoltori un opuscolo divulgativo sulle “Buone pratiche agricole per la lotta obbligatoria ed il contenimento”, contenente informazioni puntuali sugli interventi fitosanitari concentrati nel periodo primaverile – estivo e autunnale prevedono lavorazioni superficiali del terreno, al fine di abbattere gli stadi giovanili della sputacchina e sulle potature leggere ma frequenti della parte aerea delle piante di olivo, evitando tagli profondi sulla struttura portante dell’albero.
“La zona di contenimento si è allargata, spostandosi a nord – aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – e ciò impone che innanzitutto gli interessi privati non prevalgano in modo insensato sul bene comune, come è successo sinora, bloccando gli espianti, atteggiamenti che configurano l’ipotesi di una class action. Contemporaneamente non vanno dimenticati tutti gli olivicoltori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto che hanno già subito il dramma della malattia, restando senza reddito, a cui vanno garantiti indennizzi per gli abbattimenti e risorse per la irreparabile perdita produttiva, in attesa che possano procedere con il reimpianto, con linea guida chiare e nell’ottica della semplificazione”.