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Bari, il rapper Simone (BenzoDiaz): “Ragazzi che si atteggiano alla “Gomorra”: il Libertà merita riscatto”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Lun, 2 Aprile 2018 - 09:00

Simone Massari ha 28 anni ed è nato e cresciuto nel cuore del Libertà. Con il suo nome d’arte BenzoDiaz oggi vuole  dare voce ai tanti giovani della città che cercano un’alternativa invece di finire nelle mani della criminalità. Di recente è uscito il suo primo singolo “Sime’ arremanute assule”, prodotto da Vito Ranieri con Lorenzo Lorusso.

Simone, raccontaci di te

“Sono di Bari, del quartiere Libertà, e il canto è la mia passione fin da piccolo. Non mi reputo un rapper ma un cantautore 3.0. Fino a qualche anno fa lavoravo come commesso, poi ho deciso di dedicarmi alla musica”.

Cosa significa crescere nel Libertà?

“Oggi il Libertà è un quartiere di cui si sta parlando molto e male. Ma qui ci sono tante persone che lavorano, tanti ragazzi che pur se cresciuti nel disagio totale hanno deciso di prendere la giusta strada. Però qui le difficoltà ci sono e in alcuni casi è difficile andare avanti”.

Il 28 marzo è uscito il tuo primo singolo, “Sime’ arremanute assule”, con un videoclip molto forte, perché ispirato a Gomorra. Che messaggio hai voluto dare?

“Sime arremanute assule è un grido di aiuto. Abbiamo deciso di realizzare un videclip stile Gomorra per dare un messaggio ben preciso. Ormai le ultime due serie televisive sono diventate non più un mezzo di denuncia sociale ma una fiction. I ragazzi hanno cominciato  a vedere quei protagonisti come idoli.  Per strada c’è chi si atteggia alla Gomorra, ma bisogna fare capire che si sta sbagliando. Facendo finta di nulla, aumenteranno i ragazzi per strada. Perché l’assenza di lavoro rende tutti più fragili”.

Dal tuo quartiere cosa vorresti?

“Più rispetto, tra ragazzi, tra persone. Dopo tutto quello che sta accadendo si è sviluppata comunque una sorta di collaborazione civile tra i residenti. Ma ciò che manca è la presenza delle istituzioni. Se si fa la passerella un giorno e ci si dimentica di tutti gli altri, a che serve?”.

 

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