“Giovani eccellenze Pugliesi” è il premio promosso dall’assessorato all’Istruzione della Regione Puglia e Arti Puglia destinato ai diplomati con un punteggio di 100/100 che proseguono gli studi nelle istituzioni di alta formazione regionale.
Si chiede alle giovani “eccellenze” pugliesi di raccontare secondo la forma che si vuole il perché ha scelto di studiare in Puglia, con la possibilità di vincere 300 premi in denaro fino a 2500 euro.
“Tale misura seppure nasce per una giusta causa a cui dare riguardo, ossia la desertificazione giovanile del territorio pugliese tuttavia riteniamo che così costruita sia fortemente parziale, elitaria e sbagliata dal punto di vista culturale e politico essendo ancorata ad un concetto di meritocrazia nocivo, divisionista e non inclusivo e migliorativo della condizione attuale” spiega Sara Acquaviva, coordinatrice Rete della Conoscenza Puglia.
“Difatti – prosegue Acquaviva -, ponendo la barriera di accesso ai diplomati con un punteggio di 100/100, possono parteciparvi solo poche persone oltre al fatto che ancora una volta è utilizzato uno stucchevole approccio autocelebrativo rispetto a presunte “eccellenze” che andrebbero premiate, esposte in “vetrina”, a discapito di chi non ottiene il massimo di voti rendendo questa misura fortemente elitaria, oltre che miope, sotto l’apparente logica “meritocratica”.
“Riteniamo invece che ad oggi piuttosto che premiare chi è già “meritevole” sia necessario problematizzare il tema della discontinuità formativa incidendo sulle cause materiali, formali e non formali della stessa. “ Servono investimenti strutturali rivolti ad un bacino più ampio di studenti, tralasciando criteri di merito e agendo con finanziamenti ingenti e mirati sul welfare studentesco: dal diritto allo studio ai servizi al comodato d’uso dei libri di testo, rendendo gratis l’accesso ai trasporti, musei, teatri e cinema per gli studenti pugliesi. Solo così potranno acquisire indipendenza economica, consapevolezza e possibilità di crescita e di riscatto sul proprio territorio. Inoltre riteniamo fondamentale aprire una discussione seria con gli atenei pugliesi sulle esigenze di finanziamenti per la sostenibilità della didattica e delle strutture universitarie, affinché non ci sia più l’innalzamento della tassazione studentesca e si elabori una strategia condivisa ed espansiva per le sorti dell’alta formazione pugliese. Chiediamo un impegno serio da parte della Regione e ciò significa anche dare rilevanza nazionale ad una questione mai affrontata di petto e con la giusta attenzione come quella delle università meridionali definanziate e in crisi, con corsi di laurea che chiudono e altri che restringono sempre più i posti per gli studenti” prosegue Davide Lavermicocca Coordinatore Unione degli studenti Puglia”.
“Stiamo raccogliendo video testimonianze e storie di ragazzi e ragazze pugliesi da chi è andato via a chi è invece rimasto, rovesciando il format #StudioInPugliaPerchè con #NonPossoStudiareinPugliaPerchè per far emergere le istanze di chi è andato via perchè in Puglia non ha trovato risposta ai propri bisogni ma anche e soprattutto di coloro che in Puglia ci sono rimasti e tentano di portare a termine il percorso formativo nonostante le mille difficoltà economiche, nonostante si fossero immaginati un presente migliore e all’altezza dei propri bisogni e dei propri desideri. Chiediamo che la Regione attenzioni queste questioni investendo nel diritto allo studio in maniera incisiva prima dei premi a delle presunte giovani eccellenze” conclude Sara Acquaviva.