L’assemblea dei soci dell’Acquedotto Pugliese, in settimana, ha apportato la modifica allo statuto, portando da 3 a 5 i componenti del consiglio di amministrazione (cda). Era nell’aria e lo avevamo anticipato qualche settimana fa ma, adesso, il passo è stato ufficialmente compiuto: ora toccherà alla Regione Puglia, socio di maggioranza, decidere come riempire le due nuove caselle. Una dovrebbe andare all’ex deputato di Forza Italia e sindaco di Bari, Simeone Di Cagno Abbrescia, dopo l’avvicinamento con il presidente Michele Emiliano.
Per il momento l’attuale cda resta al suo posto, la mossa di ampliare il numero dei consiglieri è stata fatta per mettere in minoranza Nicola Canonico, ormai ex alleato del governatore pugliese. Tra i due, infatti, non scorre più buon sangue a causa – pare – di alcune scelte nelle candidature per le elezioni politiche dello scorso 4 marzo. Non solo: all’interno del cda, Canonino e l’attuale presidente Nicola De Sanctis sono in conflitto continuo. Il cda, insomma, è spaccato e questa situazione si riversa anche sulla gestione dell’Aqp.
Sulla gestione di Aqp, però, chiedono chiarimenti sia le forze di opposizione in consiglio regionale che quelle di maggioranza: Sinistra italiana e M5S stanno incalzando Emiliano, invocando la convocazione di un consiglio monotematico. L’ingresso di Di Cagno Abbrescia non è visto di buon occhio nemmeno da una parte del Pd stesso, quello composto dai renziani ma non solo loro.