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Bari, boom di iscrizioni negli Scientifici e le scuole rimandano indietro i ragazzi. La rabbia di una mamma: “Parametri di selezione non trasparenti”

Pubblicato da: redazione | Lun, 26 Febbraio 2018 - 11:45

La lettera che riceviamo è stata scritta ed inviata a tutti i dirigenti dei licei scientifici del territorio e alla direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Anna Camalleri da una mamma infuriata. Sotto accusa la decisione del liceo scientifico Fermi di escludere il figlio, secondo parametri che la mamma (la lettera è firmata ma tuteliamo l’anonimato), reputa non trasparenti.

Qui di seguito il testo

“Squilla il telefono, rispondo. “Salve signora chiamo dal Liceo “Fermi”, vorrei comunicarle che l’iscrizione al primo anno di suo figlio non è stata accettata”. Sono spiazzata. “Con che criterio -chiedo- l’iscrizione è stata rifiutata?” “Ci sono diversi parametri tra cui la vicinanza del luogo di lavoro, ma signora provi a iscrivere suo figlio in un’altra scuola, poi se viene ripescato lo sposterà qui. Stiamo facendo delle verifiche per il momento. Arrivederci!”

In un minuto un assistente amministrativo, presumo, del Liceo “Fermi” di Bari in una delle telefonate di routine che ha fatto a circa 70 persone mi ha comunicato che l’iscrizione di mio figlio secondo i loro “parametri” di selezione non era stata accettata. Provo a richiedere un colloquio con la dirigente, la prof.ssa Giovanna Griseta, che durante gli OpenDay pubblicizzava la sua infinita disponibilità rispetto ad altri Dirigenti Scolastici: primo tentativo fallito, è troppo impegnata per ricevere un genitore; secondo tentativo, mi concedono 5 minuti. Le espongo la situazione, mi illumina ancora una volta sull’unicità del Liceo “Fermi” rispetto ad altri Licei Scientifici della città ed è dispiaciuta della notizia, ma, dice, è inevitabile lasciare andare qualcuno; le chiedo ancora una volta i criteri di selezione, mi chiede che lavoro fa mio marito, poi mi chiede il mio, accenna a chiedere la sede, tentenna quando le spiego che cosa faccio, mi chiede dove abitiamo, veniamo interrotte e la conversazione finisce lì poiché aveva una riunione importante, riesce a malapena a consigliarmi di iscrivere mio figlio in un’altra scuola e mi dice che, dopo opportune verifiche, saranno probabilmente effettuati dei sorteggi e sarà possibile trasferirlo. Scopro solo successivamente le verifiche che effettuano.

Sono amareggiata, sento altri genitori e mi confermano che anche per loro non è stato possibile confermare l’iscrizione, sento un’amica infuriata che mi racconta la sua telefonata. “Salve signora chiamo dal Liceo “Fermi”, vorrei comunicarle che l’iscrizione al primo anno di suo figlio non è stata accettata” Anche lei prova a chiedere i criteri di selezione, dopo varie frasi da manuale: “Ma lei dove abita? Che lavoro fa suo marito?”

“Sono del Quartiere San Paolo – risponde – ma lavoro nei pressi del Politecnico e mio marito è poliziotto”. “Le consiglio di iscriversi in un’altra scuola, purtroppo abbiamo esaurito i posti. Arrivederci”. Intimoriti dalla provenienza? Non si sa, la mia amica sospetta. La situazione mi incuriosisce, provo a contattare altri genitori della scuola media che frequenta mio figlio che hanno scelto il Liceo “Fermi” e noto che in base alla professione e non alla vicinanza, come mi è stato spiegato, la scuola stava effettuando una selezione scartando a priori le iscrizioni dai paesi limitrofi e verificando la reale occupazione di ciascun genitore con telefonate singole alle aziende dichiarate (ecco le verifiche di cui sopra) poiché molti hanno inserito false occupazioni e informazioni.

Opportunismo? Discriminazione? Che cosa? Perché se il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca invita le scuole a limitare il più possibile la richiesta di dati personali nell’iscrizione a tutela della privacy, ho dovuto compilare un modulo in cui ho specificato informazioni non utili alla conoscenza di mio figlio, quali il mio titolo di studio o il mio stato occupazionale? La trasparenza è l’unica cosa che noi genitori chiediamo in questo periodo.

Una selezione oggettiva o classista? Perché devo impegnarmi così tanto nel cercare una scuola se il diritto allo studio di mio figlio è tutelato dalla legge e dalla Costituzione? Può, poi, un’altra scuola – come quelle in cui mi sono recata successivamente – essere “sottomessa” a chi pensa solo a primeggiare a tutti i costi?  Non dovrebbe forse una scuola puntare alla massima cooperazione con tutti gli stakeholders, competitors compresi, per assicurare la massima formazione ai nostri figli?  Invio questa lettera non per polemica e non per altri interessi poiché non desidero andare oltre, ma affinché tutti possano impegnarsi per migliorare una situazione che è stata ed è davvero spiacevole, con preghiera ai Dirigenti dell’U.S.R. e del MIUR di accertare il regolare svolgimento della procedura di iscrizione in tutte le scuole e ai Dirigenti delle altre scuole di essere trasparenti”.

No comment della scuola

Abbiamo contattato la scuola e non hanno voluto rilasciare commenti nel merito.

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