C’è anche Massimiliano Antonio Landella, figlio del sindaco di Foggia Franco Landella, tra la quindicina di studenti indagati per aver ricevuto da due insegnanti private – Anna Laura di Biase e Valeria Lucia Russo – la soluzione della prova scritta degli esami universitari di matematica finanziaria I, matematica generale, economia industriale ed istituzioni di economia.
Gli indagati hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini avviate nel 2015 dalla guardia di finanza di Bari. Secondo l’accusa, le due docenti tramite messaggi Whatsapp avrebbero inviato ai candidati la soluzione delle prove d’esame violando così la legge n.475 del 1925 che riguarda la “repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche”. Le indagini erano partite dal filone d’inchiesta che riguarda un ex giudice, indagato per aver favorito una candidata, nella sua qualità di componente della commissione d’esame di abilitazione professionale per dottori commercialisti.
Secondo quanto riportato nell’avviso della conclusione delle indagini preliminari, gli studenti avrebbero “inviato – alle insegnanti private Anna Laura di Biase, difesa dall’avvocato Luigi Iosa e Valeria Lucia Russo – tramite l’applicativo whatsapp, la traccia del compito e ricevevano, con la medesima applicazione, la soluzione ai quesiti”. La professoressa di Biase, difesa dall’avvocato Iosa, che assiste anche altre persone coinvolte, è stata – dice il legale – il “bersaglio principale” nelle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Foggia. Secondo Iosa, “il reato contestato alla sua assistita è stato di recente oggetto di un intervento legislativo volto alla depenalizzazione, in quanto trattasi di reato di seconda fascia risalente al 1925”.