Si decide oggi il futuro di Ferrovie Sud Est e quello di circa 1.200 dipendenti ma c’è ancora un punto interrogativo sul salvataggio dell’azienda di trasporto. Stamattina, in Tribunale a Bari, i creditori di Fse – circa 400 – saranno chiamati dal giudice ad esprimersi sulla proposta di concordato presentata dalla società nel maggio dell’anno scorso: se oltre la metà dovesse accettare le condizioni poste, il fallimento chiesto dalla Procura di Bari sarebbe archiviato definitivamente. In caso contrario, si riaffaccerebbe lo spettro del crack finanziario. Il punto interrogativo è rappresentato dalla posizione della banca Bnl, il principale creditore di Fse: i debiti in totale sono circa 217 milioni, di questi circa 100 sono stati contratti nel corso dell’ultimo decennio nei confronti dell’istituto bancario. Bnl, quindi, rappresenta quasi il 50% del totale del passivo e il suo voto è determinante: da quanto trapela, sembra che la banca non sia soddisfatta della proposta concordataria, se dovesse bocciarla basterebbe il “no” di pochi altri creditori per far saltare il banco.
Cosa prevede il piano concordatario offerto da Ferrovie Sud Est? La proposta garantisce il pagamento del 100% dei debiti verso i creditori privilegiati e prededucibili, mentre i creditori chirografi riceveranno il 48,1% della somma vantata. L’esposizione di Fse verso i debitori è così suddivisa: 103 milioni verso le banche, Bnl su tutte, 144 milioni verso i fornitori, 1,8 milioni di debiti previdenziali, 1,1 milioni di debiti tributari, 14 verso Fsi e circa 53 milioni di debiti vari. I creditori di Fse sono poco meno di 400, quelli chirografi – cioè quelli ai quali viene proposto il pagamento del 48,1% delle somme dovute – vantano crediti per 124 milioni totali. Nel dettaglio, quindi, la proposta di concordato si articola così: oltre 61 milioni verrebbero impegnati per saldare i debiti con i creditori privilegiati (il 100% del totale); quasi 82 milioni, invece, andrebbero ai creditori prededucibili (anche in questo caso si tratta del 100%), mentre ai creditori chirografi viene offerta una torta da quasi 60 milioni di euro. Fse, però, non esclude la possibilità che l’attuale 48,1% che viene garantito possa salire sino al 60 o 65% massimo, che tradotto in soldoni significa una cifra che oscilla tra i 12 e i 17 milioni in più.