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Bari, la storia di Maadhav, 12enne che sogna di giocare a basket per l’Asd Japigia: non può perché “straniero”

Pubblicato da: Gino Martina | Mar, 16 Gennaio 2018 - 11:30

Maadhav è un ragazzino con la passione della pallacanestro. E’ bravo, ha dodici anni e da quando ne ha sei anni ha iniziato a palleggiare e imparare la regola dei passi e del terzo tempo nei corsi della Asd Japigia minibasket di Bari. Ha compiuto la sua trafila dai pulcini agli esordienti e quest’anno è pronto per entrare nel quintetto degli Under 13. Lui e la società, per meglio dire,  sono pronti, ma non la Federazione italiana pallacanestro (Fip) e, per ora, la Federazione internazionale (Fiba) che, di tesserarlo, non ne vuol sentir parlare. Il motivo? Il piccolo Bhowon, come lo chiamano in squadra citando il suo cognome, non ha la cittadinanza italiana. E’ considerato uno straniero. La sua famiglia è originaria delle Mauritius e lo ha registrato all’anagrafe di Bari, città dove vive da molto tempo, solo quando aveva compiuto dieci anni. Ciò ha generato lo sbarramento dovuto a un cavillo burocratico che non permette alla società di tesserarlo e fargli disputare il suo primo campionato (la prima fase, oltretutto, è già iniziata).

A denunciare ciò che sta accadendo è proprio l’Asd Japigia che, grazie a un post sulla propria pagina Facebook, sta raccogliendo solidarietà da tutta Italia, anche da personaggi noti legati al basket. Il caso è ora comunque nelle mani della Fiba che “deve contattare la federazione mauriziana – denuncia la società del rione Japigia –  e i tempi si allungano. Mail da parte nostra da mesi, telefonate a Roma ogni giorno alla Fip (nelle uniche due ore dedicate al tesseramento quasi sempre col centralino intasato) e in Svizzera alla Fiba. Un continuo ping pong con la Fip che ci dice di aspettare i tempi della Fiba e la Fiba vece di non aver ricevuto nessuna documentazione da parte della Fip. Tutta questa burocrazia per un ragazzino di 12 anni che non vuole far altro  – spiega la società – che giocare a basket con i suoi compagni. Ci manca il nostro Bhowon!”.

 

 

 

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