E’ stato il clima impazzito il principale artefice alla spinta all’inflazione sul carrello della spesa con il rincaro record del 3,6% dei prezzi degli alimentari non lavorati come frutta e verdura, il triplo della media annuale. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione nel 2017 che evidenzia per tutto l’anno un rincaro dell’1,9.% per l’insieme dei prodotti alimentari.
“La penuria di produzioni pugliesi in taluni periodi dell’anno a causa del maltempo o della siccità – spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – hanno ingenerato rincari dei prezzi, spesso ingiustificabili, con una differenza enorme tra il costo dei prodotti in campagna e quelli al dettaglio. Tra i vari passaggi origine – ingrosso – dettaglio si annidano speculazioni che vanno stanate anche dai vigili dell’Annona. Prezzi che raddoppiano dal campo al dettaglio, passando da mercati generali e grossisti, per spinaci, melanzane, peperoni, zucchine, erbetta selvatica. I numerosi passaggi che avvengono dopo la produzione, passando dalla commercializzazione, fino ad arrivare al consumatore, danneggiano il coltivatore che ha già subito forti perdite per la perdurante siccità ed i cittadini, costretti a pagare prezzi raddoppiati. Considerata la stortura nella organizzazione del sistema distributivo, si sta diffondendo sempre più la vendita diretta dei prodotti agricoli in azienda, opportunità sia per il produttore che per il consumatore nell’ottica della sicurezza alimentare e di un rapporto trasparente azienda-cittadino”.
E gli effetti sulla spesa degli italiani sono destinati a farsi sentire anche nel 2018 – denuncia Coldiretti – con la raccolta di miele negli alveari praticamente dimezzata, l’addio ad una bottiglia di vino su quattro e calo dell’11% della produzione di olio di oliva rispetto alla media dell’ultimo decennio.
“La contrazione delle produzioni regionali in taluni momenti dell’anno – aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – oltre a causare evidenti danni economici a carico degli agricoli, costretti alle risemine, all’irrigazione aggiuntiva e a sopportare maggiori costi di manodopera, comporta il rischio per i consumatori che prodotti di importazione siano spacciati per italiani e venduti anche a prezzi più alti del normale. Raccomandiamo la massima attenzione alle etichette per verificare l’origine dei prodotti e consigliamo acquisti diretti dagli agricoltori soprattutto per prodotti facilmente conservabili in casa come olio, vino e miele. Proprio nel momento in cui si registra il record dei consumi di ortofrutta dal 2000 per effetto di una decisa svolta salutista, occorre dare a tutti la possibilità di portare a tavola cibi importanti per la dieta, made in Puglia e al giusto prezzo”.
L’acquisto dagli agricoltori è un trend confermato dai risultati confortanti registrati dai Mercati di Campagna Amica che in Puglia contano 3.560 giornate di apertura, 760 produttori coinvolti, 20mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 1.500 tonnellate di prodotto commercializzato e un valore garantito alle imprese agricole che supera il 30%, rispetto agli altri canali della distribuzione. La famiglia pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni mese 419 euro per i consumi alimentari e uno dei capitoli di spesa più consistente riguarda proprio ortaggi e frutta (74 euro).
Risultati che confermano la grande opportunità offerta ai consumatori pugliesi di acquistare frutta, verdura e altri prodotti della dieta mediterranea – aggiunge Coldiretti Puglia – considerati indiscutibilmente essenziali per garantire una buona salute e un importante elemento di crescita delle giovani generazioni. Vanno letteralmente a ruba melanzane, zucchine, pomodori, insalate croccante e lattuga, aglio a trecce e cipolla rossa, arance e mele tutto l’anno. Grande diffusione delle vaschette di frutta già tagliata e sbucciata, pronta all’uso senza doversi “sporcare le mani” e da gustare come snack rompi-digiuno durante la giornata o come risparmia-tempo. L’aumento del consumo di insalate e ortaggi già pronti all’uso – conclude Coldiretti Puglia – riflette i cambiamenti in atto nella struttura stessa delle famiglie e nelle abitudini, dovute al maggior numero di donne lavoratrici e alla crescita del numero dei single.