Rinviati a giudizio Domenico De Pasquale (in arte Mingo) e la moglie Corinna Martino (amministratrice unica della Mec Produzioni srl, di cui Mingo era socio) per i reati di truffa, simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione. Stando all’ipotesi accusatoria, Mingo, ex inviato barese di Striscia la notizia, avrebbe truffato Mediaset con la complicità di sua moglie, facendosi pagare dieci servizi relativi a casi inventati e invece spacciati per veri e facendosi anche rimborsare costi non dovuti per figuranti e attori. La notizia è riportata dall’Ansa. L’importo complessivo delle due truffe ipotizzate dalla magistratura barese ammonta a oltre 170 mila euro. Nel procedimento Mediaset si è costituita parte civile.
La prima presunta truffa, quantificata in 21mila euro (percepiti come compensi aggiuntivi rispetto al forfettario di 160mila euro previsti dal contratto fra Mec e Mediaset) e relativa al periodo compreso fra dicembre 2012 e dicembre 2013 è contestata a Mingo e Martino e riguarda dieci servizi “risultati artefatti, simulando fatti, personaggi, circostanze e condizioni, frutto della fantasia degli indagati”, secondo la pm Isabella Ginefra.
Dal falso avvocato al falso agente interinale, dalla sedicente maga sudamericana capace di guarire malattie in cambio di denaro al falso assicuratore, al falso medico, al falso manager aziendale che assumeva giovani lavoratori in cambio di prestazioni sessuali: per la Procura di Bari si sarebbe trattato in tutti questi casi di attori ingaggiati per simulare eventi e in alcuni casi percosse in danno di Mingo e della troupe.
La seconda truffa, dell’importo di 151mila euro, è contestata alla sola Martino e fa riferimento a presunte false prestazioni lavorative di figuranti-attori rimborsate da Mediaset. Al termine dell’udienza preliminare la giudice ha prosciolto un’altra imputata, ritenuta la segretaria della società Mec, che era accusata di favoreggiamento. Il processo nei confronti di Mingo e sua moglie comincerà il 3 aprile 2018 dinanzi al tribunale monocratico di Bari.