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Bari, dopo 12 anni dall’alluvione arriva la messa in sicurezza di Cava di Maso: a gennaio i lavori

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Gio, 9 Novembre 2017 - 17:40

Sono passati 12 anni dall’ottobre del 2005 quando il parco pubblico di Cava di Maso, nel quartiere Santa Rita, realizzato appunto all’interno di una cava, fu distrutto da una inondazione. Dodici anni di battaglie dei residenti per chiedere la messa in sicurezza di una zona che ormai è diventata ricettacolo di insetti e rifiuti.

Subito dopo quell’alluvione il Comune realizzò un muro di contenimento, per dividere la Cava dalla lama, consentendo il normale deflusso delle acque dall’entroterra. Da allora è andata avanti la burocrazia. Oggi è stato finalmente presentato il progetto definitivo per la messa in sicurezza permanente della Cava: a disposizione ci sono 4 milioni e 430 mila euro. C’è già un aggiudicatario: un’Ati composta dall’impresa Nicola D’Aloiso srl e la Modomec Ecoambiente, mentre i professionisti incaricati dall’ATI per la progettazione  sono la società Piacentini ingegneri srl e lo studio Romanazzi Boscia e associati srl e una serie di ingegneri, geologi e architetti, uniti in raggruppamento.

I lavori

I lavori di consolidamento partiranno concretamente nel prossimo mese di gennaio con la realizzazione di interventi che non solo metteranno in sicurezza l’area della cava ma consentiranno di poter accedere alla stessa anche dalla parete nord contigua a via Rocco Di Cillo, mentre ad oggi è possibile raggiungere il centro della cava solo dal lato opposto, dove è situata la parrocchia di Santa Rita su via Costruttori di Pace. Ciò consentirà di migliorare l’accessibilità e la fruibilità di questo spazio. Il progetto, nel dettaglio, prevede in primo luogo la realizzazione di una recinzione dotata di fondazioni a delimitare lo spazio superiore in prossimità dei condomini prospicienti la cava. Sarà installata una rete paramassi che interesserà tutta la parete nord e che sarà anche caratterizzata dalla presenza di un sistema di funi realizzate in trefoli di acciaio e dall’esecuzione di interventi di placcaggio, cioè di blocco di eventuali porzioni di pietra che potrebbero staccarsi attraverso ancoraggi speciali.

Alcuni ancoraggi verranno eseguiti in maniera più profonda, con perforazioni della parete, e il tutto verrà completato con la realizzazione di un terrazzamento che conferirà alla parete un aspetto a gradoni verticali, ciascuno dei quali di circa 5 metri di altezza, superato da un sistema di scale e di camminamenti opportunamente studiati anche dal punto di vista estetico e dotati di arredi e sedute con parti in pietra a vista, piante e arbusti, sistema di illuminazione e cancello d’ingresso.

“Si tratta di un momento epocale – commenta l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso – perché siamo veramente vicini all’avvio dei lavori di messa in sicurezza definitiva dell’area”.

Le difficoltà a Cava di Maso

Cava di Maso ha due problemi fondamentali: il primo riguarda l’alta pericolosità idraulica, correlata al rischio allagamenti in caso di piena del canale Balice, come accaduto nel 2005. Per poter rimuovere questo problema, e quindi cambiarne la perimetrazione nell’ambito del rischio idrogeologico, è necessario che vengano rimosse delle pareti e dei muretti presenti nel letto del canale Balice, in prossimità di Cava di Maso, che, ove dovessero persistere, risulterebbero di ostacolo al deflusso delle acque con rischio di nuovo allagamento della cava. La rimozione di questi manufatti, oggetto di un contenzioso tra il Comune e le proprietà private che li hanno realizzati, sarà definita a seguito della sentenza attesa per il prossimo mese di marzo, che porrà fine a questa controversia.

Il secondo problema riguarda l’elevata pericolosità geomorfologica rappresentata principalmente, ma non solo, dal rischio di crollo in corrispondenza della parete nord, dove sorgono i condomini di via Rocco di Cillo ai civici 18 e 20, che sarà del tutto scongiurato attraverso la realizzazione degli interventi di consolidamento previsti in questo progetto. Una volta eliminati i manufatti all’interno del letto del Balice ed eseguito il consolidamento della parete nord, l’ultima fase riguarderà la progettazione della riqualificazione generale della restante parte di Cava di Maso, che potrà restituita alla piena fruizione dei cittadini.

“Un aspetto che mi preme sottolineare – conclude Galasso –  è che il progetto base non prevedeva la sistemazione della parete con le terrazze, l’illuminazione, le sedute e la vegetazione, tutti interventi  proposti dal concorrente come migliorie in sede di gara, circostanza che ha consentito l’ampliamento dell’intervento strutturale contemplando, accanto al consolidamento, anche la sistemazione dell’area e la creazione di un nuovo accesso  in corrispondenza di via Rocco di Cillo”.

L’iter burocratico

Il progetto andato in gara era un appalto integrato su base del progetto preliminare, il che significa che chi si aggiudicava il lavoro era chiamato a presentare un’offerta corredata del progetto definitivo. La gara è stata avviata nel giugno del 2015 dopo le prime interlocuzioni tra l’attuale amministrazione e il commissario straordinario. L’aggiudicazione definitiva della gara è avvenuta a dicembre del 2015, dopodiché è iniziato un complesso iter di approvazione del progetto definitivo che si è concluso con una conferenza di servizi solo il 23 marzo del 2017. Ci è voluto oltre un anno e mezzo per risolvere numerose problematiche tecniche correlate a vincoli e allo stato dei luoghi, nonché per acquisire i pareri più disparati, da quello dell’Autorità di Bacino a quello della Soprintendenza, che hanno permesso di ottenere un progetto approvato con prescrizioni, tutte recepite nel livello di progettazione successiva, il progetto esecutivo. A sua volta l’esecutivo ha dovuto raccogliere tutti i pareri previsti, l’ultimo dei quali è arrivato 10 giorni fa. Ora si entra nell’ultima fase che prevede il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica da parte degli uffici comunali della ripartizione Urbanistica. A seguire, dovranno essere realizzate una serie di attività propedeutiche all’avvio dei lavori, tra cui l’immissione in possesso delle aree attraverso espropri.

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