Per ridurre gli sprechi nelle reti e realizzare infrastrutture per la depurazione dell’acqua, in Italia occorre un investimento di circa “cinque miliardi di euro l’anno”. Lo ha sottolineato il vicepresidente di Utilitalia, Mauro D’Ascenzi, parlando con i giornalisti oggi a margine della prima giornata del Festival dell’Acqua, a Bari. Questo investimento, ha aggiunto D’Ascenzi, “provocherebbe decine e decine di migliaia di posti di lavoro, oltre a sistemare tutta la situazione ambientale, non solo la risorsa acqua. Ne beneficerebbe tutto l’ambiente”.
Per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici che stanno mettendo in crisi le riserve della risorsa idrica, D’Ascenzi ha “steso tre regolette: tenere l’acqua quando arriva per rilasciarla quando serve – ha spiegato – poi distribuirla a tutti, equamente, senza perderla per strada; e infine recuperarla e restituirla alla natura almeno come ce l’ha data”. “Dietro questo c’è molto da fare – ha rilevato – perché i cambiamenti climatici fanno sì che abbiamo lunghi periodi di siccità e poi arrivano le cosiddette ‘bombe d’acquà. Allora dobbiamo cominciare a pensare che le bombe d’acqua possono essere nostre amiche. Cioè dobbiamo impedire che facciano danni con sistemi di regimentazioni, e di dighe, una parola che ora è difficile da pronunciare”.
“Poi – ha proseguito – ci sono le tubature: se perdono, sprechiamo la risorsa quando ce n’è bisogno. Quindi bisogna rifarle”. “Ed infine – ha concluso – bisogna depurare l’acqua” per adoperarla “depurata sia ad usi agricoli sia industriali”.