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Oltre 6 ore per tornare da Roma in treno a Bari. La denuncia: “E la chiamano alta velocità”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 4 Ottobre 2017 - 10:15

Dalle 16 e 55 (partenza prevista) da Roma sono arrivati a Bari dopo le 22: è l’odissea che un gruppo di viaggiatori ha affrontato nella giornata di ieri.

Ecco il racconto di Maurizio Difronzo:

“Roma Termini, ore 16.40, puntualissimi dopo una passeggiata di circa 16 minuti per arrivare a piedi da zona Altare della Patria alla Termini. Il tabellone non indica il binario, già questo ci fa sospettare. Attendiamo le 16.45 (il treno aveva partenza alle 16.55) e compare “ritardo 10′ “. Ok, pensiamo, 10 minuti ci sta… abbiamo la coincidenza a Foggia dopo circa 30 minuti, ce la facciamo! Non c’era a quell’ora il diretto, per cui avevamo prenotato 2 tratte, con cambio a Foggia, appunto.

Mi allarmo e chiamo subito il numero verde (che poi, di verde non ha nulla, perchè dal cellulare – visto che le cabine non esistono più – costa oltre 1 euro al minuto, e lo chiamano “servizio clienti”): “Buon pomeriggio, visto che abbiamo il treno in ritardo già in partenza, vorremmo, cortesemente, spostarlo alle 18.00 o anche dopo, così da evitare di dover scappare per la coincidenza o doverci preoccupare per eventuale ritardo successivo”… E, nel frattempo, il display segnava ” 20′ “. Dal servizio clienti: “No, purtroppo, se non siete sul treno, ed avete maturato il ritardo – praticamente “subìto”, direi! – non si possono fare cambi. Dovrebbe chiamare dal treno, se vede che il ritardo aumenta. Ad ogni modo, con il biglietto che avete potrete prendere il treno successivo, di pari livello”.

Allora chiudo rapidamente la telefonata (4 euro e 74 centesimi, per soli 3 minuti e 35 secondi di telefonata) e mi avvicino verso il binario 10. Il display, inesorabilmente segna: 30′. Capiamo subito che perderemo la coincidenza a Foggia. Pace, diciamo, tanto c’è il treno delle 21.05, prendiamo quello successivo.

Ma, il viaggio era appena iniziato e, un chilometro prima di Caserta il treno si ferma ed una cortese vocina ci comunica, ogni circa 10 minuti, che il treno ripartirà alle 18.40, poi verso le 19.10, poi alle 19.40, infine riparte con oltre 1 ora di ulteriore ritardo. In sintesi, con “1h e 28 min”, questo segnava il display.

Tutti ci consultiamo ed iniziamo a vedere per bene cosa prevede Trenitalia in caso di ritardo, scoprendo che (seppur in linea con i “Diritti dei passeggeri del trasporto ferroviario pubblicati il 12.04.2017 sul sito europeo Europa.eu), si prevede, in caso di ritardi tra i 30 e 59 minuti un “buono” (non rimborso) del 25% del biglietto; in caso di 60-119 minuti un rimborso del 25%; in caso di “oltre 120 minuti” un rimborso del 50% del biglietto.

Ed io dico: per “oltre 120 minuti” cosa si intende? Perché se un treno dovesse ritardare di 3 ore io avrei perso completamente la riunione, motivo del viaggio per Roma di ieri, per cui, non solo sarebbe stato vano il mio viaggio, ma avrei avuto anche un danno di tipo lavorativo. Ovviamente per questo altro tipo di risarcimento, l’utente dovrebbe fare causa!

Ma, prima di passare alle conclusioni, una domanda vorrei porre ai vertici di Trenitalia: vi rendete conto che, se aveste accettato la mia richiesta fatta alle 16.45 di cambiare il treno con lo stesso delle 18.00 o anche successivo, pur di evitare il trambusto del ritardo, il rischio di perdere la coincidenza, per arrivare allo stesso orario del treno che da Roma è partito alle 18.00 (arrivo 22.04, praticamente lo stesso orario in cui siamo arrivati noi, 22.04), avreste evitato da diverse decine di passeggeri (come noi) la richiesta di rimborso?

Infine, due ultime riflessioni, una rivolta al nostro governo e parlamentare in Parlamento Europeo, una al nostro assessore regionale ai Trasporti.

La prima: vero è che i parametri dei rimborsi di Trenitalia (come Italo, per citarne un competitor) sono in linea con i Diritti europei del passeggero, ma è mai possibile che, una Comunità Europea possa prevedere un rimborso del 25% per un ritardo di 119 minuti (2 ore meno 1 minuto) e del solo 50% oltre le 2 ore, senza per nulla prevedere rimborso totale e risarcimento danni oltre in certo tempo (per esempio, almeno le 3 ore)? Credo che qualche interpellanza andrebbe fatta!

La seconda: gentilissimo assessore Nunziante, in rappresentanza di un numero, seppur ridotto di utenti pugliesi del trasporto pubblico, le chiedo di intervenire: com’è possibile che la linea ferroviaria abbia sempre problemi tecnici solo in un senso? La Puglia non merita questo trattamento. Siamo all’avanguardia su tanti aspetti. Siamo tra le prime regioni in tema di turismo, non possiamo subire questi disagi del trasporto ferroviario, perché è il primario link tra la Puglia ed il resto dell’Italia, sia per svago che per lavoro.

Non posso che augurarmi che la situazione migliori, per tutti noi. E che, prima o poi, possiamo credere veramente che, anche il Sud abbia l’alta velocità, non solo sul display che, per pochi tratti ci indica i 243 km/h e poi segna, inesorabilmente, per oltre 1 ora e mezza… “0 km/h”.

Invito i pendolari che siano interessati a fare rete, ad iscriversi al gruppo facebook pugliese: “COMITATO PENDOLARI Pugliesi – Puglia”.

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