Una periferia, il quartiere San Paolo di Bari, che scandaglia il mondo delle periferie, locali e no. In chiave sociale, culturale, d’integrazione. Usando vari strumenti. A cominciare da una rassegna con otto titoli d’autore, declinando temi come valorizzazione delle differenze, legalità, cittadinanza attiva, rapporto genitori-figli, integrazione. E poi laboratori di didattica dell’immagine, e spettacoli e workshop di Circo sociale. Ma anche – a ottobre – un Festival delle periferie.
Sono gli ingredienti di Visioni di Periferia, progetto promosso dal Centro Multimediale Karol della Fondazione Giovanni Paolo II onlus, finananziato con fondi Siae e Mibact nell’ambito del bando Periferie Urbane – programma “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e patrocinato dagli assessorati al Welfare e alla Cultura del Comune di Bari.
Il progetto e i suoi appuntamenti, sempre gratuiti e aperti a tutti, sono stati presentati nei giorni scorsi a Palazzo di Città. A inquadrare l’iniziativa, gli assessori comunali alla Cultura, Silvio Maselli, e al Welfare, Francesca Bottalico, uniti nel sottolineare come il progetto riporti al centro del dibattito le energie e le risorse delle aree più periferiche della città. Per la coordinatrice del progetto Stefania Monopoli: “Visioni di periferia è educazione alla bellezza. E’ il nostro essere visionari: chi partendo dalla realtà sogna costruttivamente, semplificando la complessità. La realtà è quella di periferie urbane e sociali sempre più diffuse e problematiche; la visione è accorciare le distanze attraverso lo stimolo di collanti sociali forti quali la fiducia e il senso di appartenenza; il mezzo, sono le azioni del progetto”, subito spiegate. Non prima di aver evidenziato l’epicentro, cioè il Centro Multimediale Karol della Fondazione, che per i suoi 140 posti, la ricca dotazione tecnica e i servizi è uno spazio polifunzionale di eccellenza aperto al territorio per proiezioni, conferenze, spettacoli ed eventi. Venendo ai dettagli, qui si svolge la rassegna cinematografica (proiezioni sempre alle ore 18, tranne il 20 ottobre): “La ‘visione periferica’ che si offre – sottolinea il direttore artistico, Angelo Ceglie – diversifica lo sguardo, coinvolgendo aree geografiche lontane e lavorando su linguaggi differenti, in un gioco di prospettive volutamente falsato, con film che pensano il cinema muovendosi sul labile confine tra finzione e documento, considerando opere non facilmente incasellabili nelle gabbie del genere ma che maneggiano il reale con sensibilità e attenzione, per rimodellarlo poi in vibrante materia filmica”.
Questi i titoli: dopo il film inaugurale Io sto con la sposa, di Gabriele Del Grande, oggi – 28 settembre – secondo appuntamento con Mustang, di Deniz Gamze Erguven; il 5 ottobre La gabbia dorata, di Diego Quemeda Diez; il 12 ottobre Dheepan, una nuova vita, di Jacques Audiard.
Quindi due date nell’ambito del Festival delle periferie: la prima il 20 ottobre, con un doppio appuntamento con Edoardo Winspeare, presente in sala: alle 10, In grazia di dio; alle 17 il documentario Sotto il Celio Azzurro, con a seguire riflessioni condivise tra l’autore e gli operatori sociali di periferia; la seconda il 22 ottobre, con La Ragazza del mondo, di Marco Danieli (a cura di Giancarlo Visitilli, presidente cooperativa sociale “I bambini di Truffaut”).
Si prosegue il 9 novembre I corpi estranei, di Mirko Locatelli; infine il 23 novembre Il più grande sogno, di Michele Vannucci, con la partecipazione del Garante regionale dei detenuti, Piero Rossi.
Tutte le proiezioni, seguite da discussione di gruppo, sono precedute da laboratori propedeutici nei Centri Servizi per le Famiglie San Paolo e Japigia – Torre a Mare: percorsi formativi di didattica dell’immagine con adulti e ragazzi del territorio in condizioni di svantaggio destinatari di servizi socioeducativi, all’insegna del dialogo interculturale e intergenerazionale tra famiglie italiane e straniere. Tutti incontri curati da educatori e mediatori interculturali per stimolare la riflessione e il confronto, creando occasioni per condividere pratiche di comunità.
Altra leva del progetto è il Circo sociale, che come spiega l’insegnante di circo ludico ed educativo Christian Lisco, dell’associazione Un clown per amico, “utilizza le arti circensi come strumenti pedagogici alternativi: un lavoro fra arte, educazione e benessere, in particolare con chi è in situazioni di svantaggio sociale o a rischio”: due spettacoli, a giugno, hanno fatto da prologo al progetto; altri due sono in programma il 21 ottobre (ore 20), all’interno del Festival delle periferie, e il 19 dicembre (ore 18), appuntamento conclusivo dell’intero progetto. In parallelo, i laboratori curati dall’associazione, che sfoceranno in una performance collettiva durante il Festival.
Infine, l’ultimo segmento: il citato Festival delle periferie “I di Identità”, che dal 20 al 22 ottobre vedrà susseguirsi al Centro Multimediale Karol incontri e seminari sul tema, proiezioni, spettacoli e animazione territoriale.