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Bari, estorsioni a Japigia: chiesti 8 anni per il boss Parisi. La Procura vuole 37 condanne

Pubblicato da: redazione | Mer, 27 Settembre 2017 - 15:33
Parisi

La Procura di Bari ha chiesto 37 condanne a pene comprese fra i 14 anni e i 16 mesi di carcere per altrettanti imputati del clan Parisi accusati di decine di episodi di estorsione ai cantieri edili, fatti – secondo l’accusa – imponendo guardianie e carichi di merci da fornitori amici.

Per il boss del quartiere Japigia, Savino Parisi, il pm della Dda di Bari Patrizia Rautiis ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione. La pena più alta è stata chiesta per un nipote del boss, il 31enne Tommaso Parisi, soprannominato “Frichicchio”, che rischia una condanna a 14 anni di carcere. Condanne rispettivamente a 12 e a 10 anni di reclusione sono state chieste per i fratelli del boss, Giuseppe (detto “Mames”) e Michele Parisi (“Gelatina”) e a 10 anni per il boss Eugenio Palermiti. Tra gli imputati ci sono anche alcuni imprenditori edili accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, per i quali la Dda ha chiesto condanne fra i 6 anni e 8 mesi di carcere e i 4 anni e 6 mesi.

La richieste sono state avanzate nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando dinanzi al gup del Tribunale di Bari Alessandra Susca. Nel processo sono costituiti parti civili Comune di Bari, IACP, Associazione Antiracket, Ance, Confindustria, due aziende edili (Debar Costruzioni spa e Spazi Moderni srl) e tre imprenditori baresi, che hanno quantificato risarcimenti danni fino a 100 mila euro. Le arringhe dei difensori inizieranno il prossimo 4 ottobre e la sentenza è attesa per gennaio.I fatti contestati risalgono agli anni 2010-2015. Gli imputati rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto di armi, lesioni personali, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto, illecita concorrenza con minaccia e violenza, favoreggiamento. Le indagini della squadra mobile coordinate dalla Dda di Bari portarono nel marzo 2016 all’arresto di 30 imputati nel blitz cosiddetto “Do ut des”. In carcere finì anche il figlio cantante del boss, Tommy Parisi (scarcerato dopo alcuni giorni) che non ha scelto il rito alternativo ed è a giudizio insieme con altre 18 persone.

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