Ciò che non avevano fatto i barbari hanno fatto i moderni incivili. La copertura di uno dei siti archeologici più importanti di Puglia, quello di Faragola, alle porte di Ascoli Satriano, è stato distrutto da un incendio. Secondo Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, che denuncia l’accaduto, forse sono stati usati esplosivi per far saltare la copertura.
“Il legno della copertura è ignifugo – spiega nel suo sfogo sui social – e sembra roba da professionisti a giudicare dalle prime foto che ho appena ricevuto. Un danno enorme. Forse irreparabile. Tutta la sistemazione opera di anni di lavoro e di finanziamenti della Regione, di Arcus e ora del MiBACT andati in fumo. Non so ancora nulla dei danni provocati alle strutture archeologiche, ai muri, ai mosaici, alle pavimentazioni in marmo, a tutto il sito. Quattordici anni di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A chi dava fastidio un sito come Faragola?”.
Il parco archeologico di Faragola racchiude i resti di una villa romana tardo antica, con i suoi ambienti, comprese le terme, il frigidarium, la sala per mangiare e accogliere gli ospiti. Il sito è legato alla vita delle antiche Herdonia (Ortona) e Ausculum (Ascoli Satriano). Gli scavi, diretti proprio da Volpe, hanno rivelato come su quell’area ci fossero antichi insediamenti dauni e fattorie romane, precedenti, e, in seguito, un piccolo villaggio medioevale.