E’ un Franco Brienza sorridente quello che si è presentato pochi minuti fa nella sala stampa del San Nicola di Bari in vista dell’esordio casalingo di lunedì prossimo contro il Cesena. Dopo il brutto infortunio del 1 aprile scorso, con la rottura del crociato posteriore (che non ha richiesto l’intervento chirurgico) il fantasista classe ’79 torna a essere un elemento di qualità a disposizione di mister Grosso.
Il primo pensiero del fantasista campano, alla sua seconda stagione con la maglia biancorossa, è rivolto al terremoto di Ischia: “E’ un momento triste per noi, ho visto paura e terrore negli occhi della gente. Non ho familiari in quella zona, spero che tutto passerà col tempo”.
C’è stato un lungo silenzio durante il calciomercato estivo, in molti temevano il ritiro o il trasferimento. Ma Ciccio Brienza chiarisce i dubbi: “Non sono abituato a parlare tantissimo e a essere social, sono uno che lavora giorno per giorno per ritornare a giocare su alti livelli”.
“Sono un po’ datato io – ironizza Brenza – prima giocavo in squadra con Grosso, ora è lui ad allenarmi. Ha voglia di far bene, dalle prime impressioni la squadra sembra avere un’impronta e idea di gioco comune”.
“In attacco è arrivato Nenè, un giocatore di qualità che fa la differenza, ma ci sono anche altri elementi capaci di lottare per un posto da titolare. Sono tutti giocatori importanti”. Poi analizza l’andamento dalla scorsa stagione terminato con il mancato approdo ai playoff: “Dopo Stellone è subentrato Colantuono, qualcosa non andava dall’inizio. Poi quando devi rincorrere fai fatica, lo stravolgimento del calciomercato di gennaio insieme agli infortuni ci hanno fatto smarrire. Quest’anno partiamo con l’idea comune che tutti devo essere dentro”.
“In vista dell’esordio col Cesena lavoriamo per farci trovare pronti – prosegue – è una partita importante contro un avversario che gioca un buon calcio. Ho ricoperto vari ruoli, la mia disponibilità è al 100 per cento”. “Le tre retrocesse dalla A sono avvantaggiate, poi Parma e Frosinone. Noi dobbiamo lottare con entusiasmo per restare attaccati ai treni che passano. Gli attaccanti di categoria dovrebbero garantire i gol ma i campionati statisticamente si vincono in difesa”
Sul ruolo Brienza non si sbilancia: “Ho pensato al ritiro dopo il brutto infortunio della rottura crociato posteriore, non ho mollato e ho aspettato come reagiva il mio corpo. Dovevo provarci, fare il massimo: mi sono allenato duramente, senza intervento chirurgico. Il terreno di gioco sintetico influisce sulla gravità degli infortuni, sull’erba naturale non sarebbe andata allo stesso modo. Per me ogni anno può essere l’ultimo, è una sfida importante come una rivincita personale”.