A due anni dall’esplosione nella fabbrica di fuochi pirotecnici Bruscella di Modugno in cui morirono 10 persone, la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Bruscella, l’unico titolare dell’azienda sopravvissuto all’esplosione, accusato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
La richiesta della Procura, formulata dai pm che hanno indagato sulla strage, Grazia Errede e Domenico Minardi, è giunta nelle scorse settimane nella cancelleria centrale dell’ufficio gip del Tribunale di Bari che dovrà ora assegnare il procedimento ad un giudice e fissare la data di inizio dell’udienza preliminare.
Il secondo anniversario della strage ricorre domani. L’esplosione avvenne il 24 luglio 2015, probabilmente causata dalla presenza di troppa polvere da sparo, dalla poca distanza tra i fabbricati contenenti materiali esplodenti e dall’utilizzo di attrezzature inadeguate. Morirono il fratello dell’indagato, Vincenzo Bruscella, e il nipote Michele, (entrambi titolari della fabbrica insieme con Antonio Bruscella), il cognato Vincenzo Armenise, il cugino Michele Pellicani, lo studente 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, che era lì quel giorno perché stava lavorando ad un sistema elettronico di fuochi musicali, gli amici e collaboratori Giuseppe Pellegrino e Vincenzo Di Chirico e gli operai Banga Harbaajan, Nigah Kumar e Merja Saimir.
L’area in cui sorgeva la fabbrica, nelle campagne fra Modugno e Bitritto – ridotta ormai soltanto un cumulo di macerie, è stata dissequestrata alcuni mesi fa dopo la conclusione degli accertamenti tecnici e la chiusura delle indagini preliminari.