La notizia della realizzazione di una nuova pista ciclabile nel rione San Pasquale divide i baresi. Si è acceso il dibattito dopo la pubblicazione della notizia da parte di Borderline24 e sui social network si sono creati due fronti contrapposti tra favorevoli e contrari al percorso ciclabile di 840 metri. I lavori, finanziati per 300 mila euro, interessano viale Giuseppe Di Vittorio, via Re David, via Guido De Ruggiero.
Da una parte ci sono i cittadini che non credono alle potenzialità della mobilità sostenibile “Soldi sprecati in una città che non ha la cultura della bici”, scrive ad esempio Sabino Mazzone. E alla cultura dei ciclisti urbani: “La cosa assurda è che nessuno in bicicletta le utilizza, bensì tagliano gli incroci col rosso e se ne fregano del codice della strada”, aggiunge Francesco Marzulli. Inoltre, su via Re David permane il rischio allagamenti: “Se non ricordo male, fu pubblicata una foto di via Re David trasformata in un torrente d’acqua impetuoso, a seguito di un violentissimo temporale dello scorso inverno, proprio dalle parti del campus. Cosa si è fatto, nel frattempo, per migliorare la fogna bianca e l’assorbimento Delle acque meteoriche?”, replica Giuseppe Grande.
Al centro delle critiche dei lettori c’è il restringimento della carreggiata che causa il taglio di una parte dei posti auto: “Stanno riducendo i parcheggi – commenta Lucia Sarno – che erano già scarsissimi , se vuoi far scendere una persona anziana dalla macchina non hai la possibilità di accostare perché hanno tolto lo spazio e sei costretto a fermarti al centro della strada e a formare dietro di te una bella fila”.
Tra gli aspetti positivi, gli utenti del social network sottolineano come la pista ciclabile di San Pasquale potrebbe contribuire a cambiare le abitudini di migliaia di studenti del Politecnico di Bari: “Si è deciso di costruirla per permettere agli studenti di andare al Campus in bicicletta. Un’opera essenziale per favorire il diritto allo studio e decongestionare il traffico nella zona, visto che tutti, ma proprio tutti gli studenti vanno al campus con la propria macchina, anche i tantissimi che ci abitano di fronte. E che per studiare pagano fior di tasse, affitti e quant’altro. Quindi hanno dei bei diritti. Evidentemente la qualità della vita degli studenti, e le loro tasse, sono più importanti di quelle di residenti, commercianti e professionisti. Ci vivo molto bene da trent’anni. Non poteva durare”.
Nel dibattito virtuale non mancano gli appassionati delle due ruote senza motore, decisi a sostenere l’allargamento della rete di piste ciclabili: “Intelligenza barese: utilizzare l’auto h24. Possibilmente parcheggiata sotto casa. Sul marciapiede, nell’area riservata ai disabili, in doppia fila. Bloccando il transito dei mezzi Amtab. Dei mezzi di soccorso. Parcheggiare sullo scivolo di accesso alla carrozzina dei disabili o al passeggino delle mamme che stupidamente ancora si ostinano a voler camminare a piedi”, conclude Annalinda Lupis.