Trentacinque indagati, dieci persone agli arresti domiciliari e cinque interdizioni dall’esercizio dell’attività professionale. I reati contestati: corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, commessi in quello che è stato definito il “cantiere più grande d’Europa”. Dalle prime ore della mattinata è in corso una vasta operazione dei Carabinieri nell’ambito di un’inchiesta della Procura su presunte mazzette in una serie di appalti pubblici nella ricostruzione dell’Aquila, a oltre otto anni dal terremoto.
Sono state eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e sono stati notificati cinque provvedimenti di applicazione del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale. Perquisizioni e sequestri sono in corso nei territori di L’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino, Bari e Benevento.
La nuova inchiesta giudiziaria che scuote la ricostruzione dell’Aquila a oltre otto anni dal tragico sisma coinvolge funzionari pubblici, professionisti e imprenditori, tra cui, pare, anche nomi eccellenti. Sarebbero complessivamente 35 gli indagati, tra cui le 10 persone poste ai domiciliari e le 5 interdizioni dall’esercizio dell’attività professionale, disseminati in Abruzzo, Campania, Marche e Puglia.
Secondo quanto si è appreso, le indagini dei Carabinieri dell’Aquila, coordinate dal procuratore capo Michele Renzo e dal pm Antonietta Picardi, sarebbero scattate da spunti investigativi emersi da un’altra inchiesta. A inchiodare gli indagati sarebbero intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che video e foto che dimostrerebbero le dazioni per vincere gli appalti.