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Carcere di Bari, la denuncia del sindacato: “Poliziotti pochi e stressati, alto rischio evasioni”

Pubblicato da: redazione | Sab, 15 Luglio 2017 - 20:00
Carcere

Turni di lavoro stressanti, poliziotti in numero inferiore alle esigenze. E un penitenziario che ospita oltre quattrocento detenuti, oltre la capienza regolamentare, comprendenti esponenti delle più pericolose famiglie criminali della provincia e persone mentalmente instabili. E’ la situazione denunciata da Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), al carcere di Bari.

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“Ieri sera sembra che ci siano stati in servizio solo tredici poliziotti scrive Pilagatti – a fronte di almeno ventitré posti di servizio essenziali da coprire, per tutto l’intero penitenziario che custodisce più di quattrocento detenuti (capienza regolamentare molto inferiore), tra cui moltissimi dei quali appartenenti alle più pericolose famiglie criminali della provincia, pazzi di ogni tipo e malati cronici. Purtroppo i ritmi di lavoro con cui si costringono i poliziotti a lavorare ben oltre le 8 ore occupando contemporaneamente più posti di servizio senza un attimo di riposo, sottoposti a stress di ogni tipo, li hanno prima sfiancati eppoi scoppiati”.

Pilagatti punta l’indice contro la direzione, ricordando di aver evidenziato che il piano ferie per i poliziotti sarebbe stato un fallimento, che avrebbe messo a grande rischio la sicurezza del carcere. E scrive che ieri sera nel carcere sarebbe potuto scoppiare di tutto, nonostante la grande professionalità e sacrificio del personale in servizio. “La cosa che ci fa rimanere perplessi è che durante la mattina sono presenti nel carcere tutti i vertici del carcere dirigenti e commissari, mentre dal pomeriggio fino al giorno successivo, tutta la responsabilità è affidata ad un solo ispettore e qualche agente”.

Secondo Pilagatti, questo rappresenta l’epilogo di una situazione che fa acqua da tutte le parti, poiché continuano imperterriti i lanci di pacchetti pieni di droga, soprattutto hashish dalla parte di viale papa Giovanni XXIII che vengono rinvenuti dai poliziotti all’interno dell’intercinta (almeno un paio negli ultimi giorni): “Ma quanti pacchetti poi raggiungono il bersaglio, visto che proprio per carenza di personale, è praticamente impossibile controllare tutto?”.

Secondo il segretario del Sappe, la mancanza di più operatori all’interno delle sezioni detentive e nei passeggi ha creato situazioni di impunità, per cui le aggressioni tra detenuti e gli atti di autolesionismo compresi i pazzi che a volte si scagliano contro i poliziotti sono all’ordine del giorno. “E il caldo di questi giorni ha acuito le tensioni e il malessere, a causa anche delle condizioni igienico sanitarie che, a nostro parere, non sono appropriate. L’altro giorno sono caduti dei calcinacci che per poco non colpivano dei poliziotti a cui avrebbero potuto provocare danni anche importanti” sottolinea Pilagatti. Questa situazione avrebbe determinato “la chiusura di alcuni spazi, costringendo i poliziotti a situazioni ancora più delicate poiché devono evitare in taluni spazi in comune, i contatti tra detenuti normali ed alta sicurezza, ma soprattutto tra le famiglie criminali rivali che affollano il carcere barese”.

Il Sappe ritiene che ormai si sia giunto ad un punto di non ritorno per cui sono necessari interventi immediati da parte dell’amministrazione penitenziaria a tutti i livelli altrimenti “presto ci potremo trovare a denunciare episodi di forte drammaticità, ma purtroppo annunciati, come peraltro avviene spesso in questo nostro paese. Questa organizzazione sindacale infine invita infine l’amministrazione penitenziaria a non chiudersi a riccio ed essere trasparente senza strumentalizzare la nostra denuncia che vuole essere un forte campanello d’allarme che nulla a che vedere con gli allarmismi, poiché non affrontare le situazioni prima che possano sfuggire di mano, dovrebbe essere la prima preoccupazione di chi ha il compito di dirigere un carcere, una struttura regionale, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

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