Alma è il secondo disco di Frida Neri, cantante marchigiana di origini molisane, e segue il suo primo EP, pubblicato sette anni or sono. Il nuovo lavoro si compone di 13 brani molto eterogenei, che spaziano dal folk al mondo del canto gregoriano, da quello della world music di Portogallo e Grecia, a quello di antichi dialetti come il griko e il napolitano. Eppure una sottile sensazione di unità li caratterizza. Il pezzo forte dell’album è il brano Aida, introdotto dai versi di Marea, scritti dal poeta Loris Ferri e declamati da Carla Fucci. Il brano è presente in due versioni, la seconda con la preziosa presenza di Massimo Zamboni, chitarrista ex CCCP/CSI. Frida Neri (voce) è accompagnata in Alma dai seguenti musicisti: Antonio Nasone (chitarre), Fabio Mina (flauti), Enea Sorini (voce, hackbrett, tamburello, daf), Peppe Frana (oud), Francesco Savoretti (percussioni), Hilario Baggini (quenacho, ronroco, bombo, moxeno), Elisabetta Del Ferro (viola da gamba).
Aida è uno dei brani più importanti di questo album
Aida è l’Italia, in un racconto per immagini che la ritrae in tutta la sua contraddittoria bellezza. Terra, al confine del mare; contemporanea, “passo d’altura solenne”. Penso agli Appennini antichi ed alla nostra civiltà che li ha abitati. E in quanto figli di Enea profugo troiano approdato sulle nostre sponde: stranieri anche a noi stessi.
Come è nata la copertina di questo disco, opera di Gesine Arps?
Ho incontrato il cavaliere entrando nello studio di Gesine, attratta dai suoi quadri intercettati in un luogo meraviglioso in un paesino delle Marche. Appeno l’ho visto, ho saputo che sarebbe stato la copertina del mio album: non siamo noi i cavalieri che montano la propria anima? Siamo uno con lei, ma anche due. A volte, cavalchiamo insieme; altre volte è lei a portarci.
Alma può vantare importanti collaborazioni
I musicisti che hanno preso parte al disco rappresentano voci stili e suoni fondamentali del mondo di Alma. Le canzoni sono un tutt’uno con le scelte fatte da ognuno di loro, riguardo il proprio strumento e riguardo l’intero arrangiamenti. Sono fiera e grata di questa creazione condivisa!
Quanto è vicina Frida Neri al mondo del teatro?
Per me ogni concerto è un rito e come tale, si muove su diversi livelli e tramite differenti linguaggi. Nel primo disco, la citazione iniziale che lo apre recita l’importanza del “fare anima”: un concetto che non è un concetto, indefinito eppure potentissimo! Ecco perché il teatro come luogo e modalità è così tanto vicino.
Come ha fatto Frida Neri a “uniformare” i brani di questo album?
La voglia di raccontare, l’emergenza espressiva ma anche lo stile e l’approccio maturato in questi anni di grandi scoperte ed innamoramenti: tutti collanti incredibili che uniscono senza appiattire le differenze, che sono fondamentali!