“Non esiste un cinema di serie A e un cinema di serie B: esiste solo il cinema”. Con il suo stile, lapidario e tagliente, Dario Argento chiude in una battuta un dibattito lungo anni. Contro lo snobismo di certa critica cinematografica, il Maestro dell’Orrore ha raccontato al pubblico del Bif&st la sua carriera, iniziata da giovanissimo come giornalista e non ancora terminata.
Profondo Rosso e C’era una volta il west
Pur nella loro profonda diversità, i due film hanno un elemento in comune: Dario Argento. Il giovane Argento, nel 1968, firmò con Bertolucci la sceneggiatura del cult di Sergio Leone: “Fu allora che vidi come si faceva cinema – racconta Argento – così, quando scrissi “L’uccello dalle piume di cristallo”, decisi di curarne anche la regia”. Il Maestro ha continuato il racconto, tratteggiando brevi e impietosi ritratti di alcune delle sue protagoniste. “Quando andai a trovare Clara Calamai, la trovai con una bottiglia di vodka al peperoncino che beveva come fosse acqua, la scelsi perché mi interessava il suo modo “antico” di recitare”. “Anche Joan Bennet beveva parecchio – aggiunge – la chiamai soprattutto perché era stata la donna di Fritz Lang e speravo mi raccontasse qualcosa. Ma non mi raccontò mai niente”.
“Alida Valli? La volevo per quel suo sguardo da nazista – conclude – era una bravissima attrice e, almeno lei, non beveva”.
La factory di Argento
Nella “scuderia” di Argento, i nomi più importanti della cinematografia di genere: George Romero, Lamberto Bava, Michele Soavi, Sergio Stivaletti, giusto per citarne alcuni. “Con ognuno di loro ho un bellissimo rapporto, siamo proprio amici e ho prodotto volentieri alcuni dei loro film”. Tra le scoperte del regista, anche la figlia Asia. “Era con me sul set da quando era bambina. Quando, da ragazzina, ha iniziato a recitare, sapeva esattamente cosa fare”.
Per il futuro del genere, Dario Argento volge lo sguardo lontano: “Mi piace molto l’horror sudcoreano, e anche quello messicano”. Tra i prodotti più mainstream, Argento ha ammesso di seguire “The walking dead”, ma “distrattamente”.
In coda per “Suspiria”
L’incontro con Dario Argento è stato preceduto dalla proiezione del film “Suspiria” del 1977. Grande successo di pubblico, soprattutto all’estero, in Giappone fu proiettato – per la prima volta – in uno stadio affollato. Anche Bari ha risposto bene all’invito del Bif&st, come dimostra la lunga coda che si è creata alle 8 di stamattina davanti all’ingresso del Petruzzelli.