Dopo ottanta repliche al teatro Barium, “Un barese a New York” di e con Gianni Colajemma realizza la missione raccontata nel titolo e sbarca sui palchi della Grande Mela. “L’idea è venuta proprio leggendo il nome dello spettacolo – spiega l’attore barese – ci siamo detti, perché non provare?” Il debutto è previsto dopo Pasqua, con quattro date ancora top secret, in un teatro da seicento posti a Brooklyn. A Bari lo spettacolo sarà replicato per tutto aprile.
“È una cosa molto emozionante – commenta Colajemma – dopo tanti anni di lavoro è una bella soddisfazione. A New York porterò lo spettacolo in italiano perché in inglese sarebbe troppo difficile da tradurre, dato che si usa molto dialetto barese”.
“Qua la cultura è sottozero – aggiunge Colajemma – non c’è una vera gestione, è solo un favore fatto tra amici: basta vedere il bando fatto per il corteo storico, dove ci poteva lavorare solo chi ci aveva già lavorato e non c’era spazio per i nuovi. A Bari ci vorrebbe un assessore artista, una persona che viene dalla strada: chi non sa cosa sono il lavoro e il sacrificio degli artisti non può fare l’assessore, perché non capirà mai le loro esigenze. Bisogna visitare tutti i teatri, non solo fare le sfilate al Petruzzelli, bisogna vivere tutta la cultura di una città”. “Ai giovani che vogliono fare teatro a Bari – conclude – consiglio solo di scappare, se avessi diciott’anni me ne andrei pure io”.
Dopo il successo di “Un barese a New York”, Colajemma regalerà al pubblico il secondo capitolo dello spettacolo, firmando il testo e la regia con la collaborazione dei suoi colleghi. “Non pensavamo di arrivare fino a questo punto! La cosa più bella è il pubblico, mi gratifica molto”.