Due manifesti per denunciare le aggressioni ai medici, in una regione come la Puglia che ne detiene il primato. La campagna shock è stata promossa dall’Ordine dei Medici di Bari. I soggetti sono due. Nel primo un paziente si colpisce da solo con un pugno, mentre l’headline recita “Chi aggredisce un medico, aggredisce se stesso. Difendiamo chi difende la nostra salute”. Il secondo mostra una dottoressa con un evidente ematoma sul viso ed è accompagnato dallo slogan “In Puglia è record di aggressioni ai medici. Chi aggredisce un medico, aggredisce se stesso. Difendiamo i medici, difendiamo la nostra salute”.
La campagna nasce come risposta al clima di insicurezza e di episodi di violenza che hanno portato la Puglia in cima alla lista per aggressioni ai danni dei medici: prendendo in considerazione il periodo 1984-2016 la nostra regione è quella con il maggior numero di episodi di violenza ai danni dei medici e presenta un netto divario rispetto alle altre, pesando per il 26% sul totale, contro il 16% della Sicilia e il 13% della Lombardia e di Sardegna, le regioni che seguono per “pericolosità”.
L’Ordine denuncia lunga scia di violezna che ha inizio “simbolicamente” nel 1999 con l’atroce assassinio della dottoressa Maria Monteduro nelle campagne di Castrignano del Capo e che continua con innumerevoli episodi spesso dimenticati e culmina con la morte a Bari della psichiatra Paola Labriola nel 2013. Ultime aggressioni in ordine di tempo, quella di Ascoli Satriano del 30 gennaio scorso e quella di Statte di qualche settimana fa, entrambe avvenute all’interno dei locali della guardia medica ai danni di medici in servizio.
“La campagna vuole sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a una situazione drammatica; – dichiara Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari – non possiamo permetterci che l’attenzione cali quando si spengono i riflettori dei media, il giorno dopo ogni evento di violenza. È ora di prendere provvedimenti che garantiscano la sicurezza di operatori e cittadini”.
Gli Ordini dei medici pugliesi hanno chiesto al presidente Emiliano, in una lettera aperta, che la Regione procedesse con un’indagine per verificare che tutte le procedure in tema di sicurezza dei lavoratori siano state poste in essere, e l’isiuzone di un osservatorio regionale sulla sicurezza degli operatori della sanità pugliese, che possa analizzare eventuali episodi di violenza, quali “sentinelle” di possibili criticità, e sviluppare adeguate linee guida per la tutela dei lavoratori.