Le torride colline di grano durante la mietitura. Potrebbe essere un paesaggio molisano, abruzzese o il Tavoliere delle Puglie infuocati dal sole di inizio estate, con le morbide alture color paglierino tagliate da un tratturo a disegnare i contorni dell’orizzonte. Una gentil donna che poggia un libro mentre seduta su una balla di paglia scruta all’orizzonte le sagome dei contadini. Infine, un fiore azzurro come segnalibro attende discreto che la pausa si consumi.
Fa caldo, molto caldo eppure ogni dettaglio di questa meravigliosa fotografia a colori non perde i suoi contorni e rimane ben distinguibile. Questa volta non stiamo parlando di un’illustrazione per la pubblicità ma di un’immagine realizzata per una copertina de La Lettura, il già citato periodico illustrato del “Corriere della Sera”. Eppure, questa poesia di colori potrebbe diventare tranquillamente la réclame di una marca di pasta. Un bravo cartellonista lo sa bene come si fa. Sa come adattare un’immagine ad una committenza pubblicitaria: per “colpa” dell’aggiunta di uno slogan e di un marchio, che sono disegno essi stessi, quell’illustrazione diventa un cartellone pubblicitario. Un’operazione banale, in apparenza. Eppure se provate a togliere le scritte da un qualunque manifesto del secolo scorso, le lettere vivranno di vita propria al pari delle immagini. Cercate di fare, oggi, la stessa operazione con il primo manifesto visto per la strada … e non vi lamentate se non vi ritroverete seduti davanti al Tavoliere.