Il segretario generale della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga illustra con questa nota le proposte del sindacato – presentate alla commissione istruzione del Senato – per emendare le troppe lacune del provvedimento del governo Renzi noto come “Buona scuola”
Le proposte Uil
“Incrementare l’organico dell’autonomia delle istituzioni scolastiche pugliesi che, in base all’ultima pubblicazione ISTAT, vede la Puglia al secondo posto (dopo l’Emilia Romagna) con la media regionale alunni/classe più elevata rispetto alle altre regioni d’Italia e a quella nazionale, porre in essere ogni misura utile a ridurre il precariato nelle scuole pugliesi di ogni ordine e grado consentendo, da una parte, che gli insegnati precari con incarichi di supplenze annuali siano regolarmente assunti e, dall’altra, che agli studenti sia garantita la continuità didattica. Infine, provvedere alla stabilizzazione in organico di tutti i posti di sostegno in deroga garantendo agli alunni diversamente abili la continuità didattica e ridurre la dispersione scolastica attraverso il potenziamento del tempo pieno”.
“Abbiamoo messo sul tavolo tutti i problemi che il sistema scolastico pugliese, tra i più maltrattati del Paese, sta evidenziando nel corso dell’anno scolastico, con il rischio che, il prossimo anno possano addirittura acuirsi qualora il trend non dovesse cambiare, a danno della qualità dell’offerta formativa. Ecco perché alla richiesta di mettere nero su bianco le proposte del sindacato e dei lavoratori della Scuola sui decreti attuativi della legge 107/2015, la così detta Buona Scuola, abbiamo risposto con i medesimi toni: la situazione è gravissima, prima che diventi irreversibile occorre veloccizzare i processi di stabilizzazione dei 4.905 precari pugliesi e dotare la pianta organica di almeno 3.000 posti, anche al fine di porre rimedio agli errori sulla mobilità. Inoltre – attacca ancora il Segretario della UIL Scuola regionale – è il momento di assumere ogni iniziativa finalizzata al contenimento della dispersione scolastica anche attraverso la diffusione del tempo pieno. La Puglia è al terz’ultimo posto per diffusione del tempo pieno nella scuola primaria e al secondo posto per ricorso al modello a 27 ore (solo 1952 classi, su un totale di 9100, sono a tempo pieno).
Finora è mancata la volontà politica di confrontarsi con il mondo della scuola, con tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che con senso del dovere hanno permesso di far funzionare, sebbene in condizioni precarie, non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche strutturale, gli ingranaggi del sistema scolastico pugliese. E’ giunta l’ora di invertire la tendenza: non è giusto che il conto salato di una politica sorda finisca per essere pagato da famiglie e studenti”.