All’indomani della cerimonia degli Oscar, siamo ancora tutti un po’ contagiati dalle atmosfere sfavillanti di Hollywood e dei suoi abitanti. La bellezza, tuttavia, prima ancora di rimanere impressa sulla pellicola, ha vissuto per secoli sulla tela; le nuove dive del grande schermo hanno preso il posto delle voluttuose modelle rinascimentali, le panoramiche hanno raccolto l’eredità dei vedutisti e la color correction si è sostituita ai colori a olio.
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In alcuni casi, però, l’immagine ha trasmigrato – per così dire – da un media all’altro, complice la poetica della citazione di alcuni maestri della settima arte. Se la sequenza filmica è una rapida successione di istantanee, perché non immortalare nell’attimo le composizioni più celebri della storia dell’arte? Nel video qua riportato, sono selezionate alcune pellicole e i loro omaggi alla pittura.
Una giovanissima Uma Thurman ne Le avventure del barone di Munchausen (1988) dell’ex Monty Python Terry Gilliam assume, così, le sembianze di Venere – così come fu immaginata dal pittore Sandro Botticelli tra 1445 e 1510 – e la bellezza ambigua della giornalista Sylvia Von Harden ritratta da Otto Dix nel 1926 è ripresa esattamente in Cabaret di Bob Fosse nel 1972. In tempi più recenti, Lars Von Trier si serve de La morte di Ofelia (1852) di John Everett Millais per immortalare la protagonista del suo Melancholia (2011), Justine, interpretata da Kirsten Dunst. Restando in Italia, è ormai esemplare l’accostamento riportato in copertina tra Senso di Luchino Visconti (1954) e Il bacio di Francesco Hayez del 1859, a cui si aggiunge il riferimento diretto di Pier Paolo Pasolini nel suo La Ricotta alle Deposizioni due grandi pittori del manierismo italiano, Pontormo (1525) e Rosso Fiorentino (1521).