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Il libro del giorno: Fahrenheit 451 e i libri russi banditi in Ucraina

Pubblicato da: Claudia Carella | Mer, 22 Marzo 2023 - 18:23
UKRAINE-RUSSIA-CRISIS

Benvenuti al sesto appuntamento con la nuova rubrica di attualità letteraria di Borderline24La rubrica ha lo scopo di riscoprire libri classici e senza tempo, o romanzi ingiustamente trascurati, oppure ancora, nuove uscite particolarmente interessanti, sottolineandone le loro connessioni (più o meno visibili) con le news del giorno.

Nel 2014 la Russia, in seguito ad una ribellione anti-governativa, ha annesso i territori Ucraini della Crimea a quelli della sua federazione. Da allora la contesa intestina tra i due stati ha portato a continui tumulti e all’inasprimento dei rapporti, già tesi, tra i contendenti. L’ultima conseguenza di questa sanguinosa saga, non ha portata militare ma bensì culturale. Pochi giorni fa, infatti il governo ucraino ha approvato al parlamento una legge che bandisce i libri russi in Ucraina.

La messa al bando dei libri russi rappresenta l’ultimo tentativo del governo ucraino di impedire un’ingerenza russa nel paese che, secondo i legislatori, avrebbe effetti sull’opinione pubblica e sull’economia del paese. Un primo provvedimento per interdire i libri russi era stato fatto nel settembre scorso, bandendo tutti i libri a contenuto ‘anti-ucraino’. Ora la messa al bando si fa invece totale per tutti i libri provenienti dalla Russia, dalle nuove pubblicazioni educative ai classici della letteratura.

Tuttavia, i libri russi costituiscono il 55-60% del mercato ucraino e gli editori lamentano che il provvedimento potrebbe danneggiare gravemente i loro entroiti. Tradurre un libro da un’altra lingua, infatti, significa una spesa per le case editoriali che si attesta intorno ai 3000-5000$ per libro e che è ben al di là delle loro possibilità economiche. Il bando, infine, che vorrebbe impedire circa 100.000 unità di libri russi di passare le frontiere, innescherebbe inevitabilmente la nascita di un mercato nero dei libri che andrebbe a ledere ulteriormente gli interessi dell’industria editoriale ucraina.

fahrenheit 451

Nel 1953 Ray Bradbury (autore anche della celebre raccolta di racconti Cronache Marziane) ha immaginato un mondo futuristico dove i libri sono banditi nell’opera Fahrenheit 451. Scritto in una manciata di giorni (9 per l’esattezza), il libro dell’iconico scrittore americano racconta del piacere perverso di bruciare i libri che procura a coloro autorizzati a farlo (i vigili del fuoco appiccano il fuoco alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit, temperatura a cui inizia la combustione dei libri). Nella brillante distopia Bradburiana, bruciare i libri equivale a detenere un potere occulto, il potere di cancellare frammenti fondamentali della storia della nostra civiltà.

“Era una gioia appiccare il fuoco.” Dice il protagonista Montag in una delle sue spedizioni. “Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse. Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non si sa quale direttore d’orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia.”

Come nel capolavoro di Bradbury, nella moderna società, bandire i libri ha prima un significato simbolico e poi profondamente culturale. Oggi come ieri bandire i libri significa occultare una parte del pensiero umano, che sia di opposizione oppure no. Bandire significa semplificare e semplificare significa togliere peso alle parole. Nelle parole di Bradbury, l’alt alla circolazione dei libri significa la più alta forma di attacco al nemico, ma al contempo la più estrema e vergognosa forma di censura:

“Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l’arma. Castriamo la mente dell’uomo.”

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