“I programmi di alternanza scuola/lavoro nascondono lo sfruttamento degli studenti come manodopera gratuita nelle aziende”: questa è la denuncia dell’Unione degli studenti Puglia, che stamattina ha lanciato la campagna #ionofacciopraio. Insieme all’hashtag – riportato su volantini, striscioni e fotopetizioni – il sindacato studentesco ha proposto un questionario con cui i ragazzi potranno raccontare la loro esperienza.
La protesta, portata avanti dagli studenti sin dalle mobilitazioni autunnali, sposta nuovamente l’attenzione su un tema caldo della “Buona scuola” renziana, che ha reso obbligatoria la pratica dell’alternanza scuola/lavoro per tutti gli indirizzi. Più volte gli studenti hanno denunciato come quella che dovrebbe essere un’occasione formativa, diventa in realtà uno sfruttamento legalizzato di manodopera gratuita. I ragazzi, infatti, si ritrovano più volte a svolgere mansioni che non hanno nulla a che fare col loro percorso di studi. “Oggi in tutta la regione abbiamo avviato una campagna di denuncia e rivendicazioni sull’alternanza scuola-lavoro – dichiara Giulio Gazzaneo, responsabile dell’organizzazione dell’Unione degli Studenti Puglia – sono numerosissimi i casi di sfruttamento durante i percorsi di alternanza registrati nella nostra regione, ma ad oggi non esiste alcuno strumento di tutela dei diritti degli studenti”.
“Consegneremo in Puglia e in tutta Italia agli Uffici scolastici – continua Gazzaneo – una copia dello Statuto degli studenti in alternanza, proposta che il Miur deve necessariamente adottare e che proponiamo venga inserita anche nella legge regionale su alternanza e apprendistato. Vogliamo diritti e tutele che permettano agli studenti di partecipare a percorsi realmente formativi e non, come troppo spesso accade, ad occasioni di sfruttamento”.