Ilva, decarbonizzazione e gasdotti. Questi i punti all’ordine de giorno nel colloquio tra il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, avvenuto a Roma nella mattinata di oggi, 8 febbraio. Una discussione – secondo il parere di Emiliano – proficua e positiva, “senza frapporre questioni di principio a questioni che invece costituiscono l’interesse generale”, ma soprattutto attesa a lungo. “Dopo quasi 18 mesi di mio governo della Regione Puglia – dichiara il governatore – si è riaperto il dialogo con Palazzo Chigi”.
Al centro della mattinata romana di Emiliano, due temi caldi del dibattito ambientale pugliese: “Il governo ha compreso l’importanza del processo di decarbonizzazione – spiega Emiliano – ovviamente il ministro Calenda ha precisato che questo aspetto non deve in nessuna maniera scoraggiare i possibili acquirenti dello stabilimento. E su questo abbiamo assolutamente condiviso. Mi auguro che entrambe le cordate, che si stanno accingendo a formulare le offerte di acquisto dell’Ilva, possano inserire nei loro progetti di medio e lungo periodo, il processo di decarbonizzazione in modo tale di mettere in sicurezza definitiva lo stabilimento. Questo peraltro, dal mio punto di vista, sarà indispensabile dal momento che con l’attuale sistema produttivo, l’Ilva non può superare i cinque milioni di tonnellate di produzione l’anno. E per farlo si dovrà per forza integrare il ciclo con forni elettrici e preridotto”.
Emiliano e Calenda si sono anche confrontati sulla questione dei gasdotti in Puglia. “Abbiamo anche chiarito – ha proseguito Emiliano – quanto sia necessario ricominciare un legittimo confronto sui tre gasdotti che sono previsti in Puglia, quello dello Snam, il Poseidon russo e il Tap. Ho fatto presente che la Puglia, dovendo ospitare questi impianti, ha titolo per chiedere compensazioni ambientali e per discutere sulla loro localizzazione. Noi vorremmo che arrivassero più o meno nello stesso punto in modo tale che l’impatto ambientale sia minimizzato senza impegnare così più punti della costa con impianti tutti gemelli e paralleli che potrebbero creare problemi. Ma se non è possibile unificare i punti di arrivo, è possibile costruire impianti di decompressione del gas in modo tale che essi non impattino sui territori pugliesi”.