Gestione dei flussi migratori e politiche di accoglienza. Sono questi i temi affrontati dal sindaco di Bari Antonio Decaro e Andreas Lammel, deputato tedesco militante nelle file della Cdu. L’onorevole è in visita in Puglia per un’indagine conoscitiva sul tema migrazione e con il primo cittadino ha discusso del piano – approntato da ministero dell’Interno e Anci – sui criteri di distribuzione a livello territoriale degli immigrati, basati sul numero di residenti nei singoli Comuni pugliesi.
“Siamo riusciti – ha sostenuto Decaro – ad ottenere, come sistema degli enti locali, due condizioni fondamentali e cioè l’adesione su base volontaria dei comuni e l’ applicazione di una clausola di salvaguardia a tutela dei comuni Sprar che prevede che gli enti aderenti al piano siano esenti da altri invi al di fuori delle soglie definite. L’obiettivo è quello di eliminare gli addensamenti di migranti determinati dalle decisioni prefettizie che hanno impatto negativo sulle piccole comunità oltre che sulla qualità dell’accoglienza per i rifugiati”. Per il primo cittadino la priorità ora è superare “l’approccio e la gestione esclusivamente emergenziale, nella consapevolezza di avere di fronte un fenomeno globale che non può essere governato pensando di innalzare muri e fomentare odio e paure”. Durante l’incontro Decaro ha ribadito anche la necessità da parte l’Unione europea di svolgere un ruolo più attivo nella gestione dei flussi migratori, così da migliorare i criteri di distribuzione dei migranti fra tutti i Paesi europei.
Quello che bisogna evitare, a detta del primo cittadino, è che pochi Paesi debbano ospitare la quasi totalità dei migranti. “Ad oggi – prosegue -, infatti, il 75% delle richieste, cresciute esponenzialmente negli ultimi due anni, è a carico di solo cinque paesi, ovvero Germania Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Il deputato tedesco al termine dell’incontro si è mostrato molto soddisfatto per le informazioni ricevute e per come la città di Bari gestisce l’accoglienza. Ha poi dichiarato che vorrebbe replicare in Germania il modello su cui si basa l’intesa sottoscritta tra Anci e Ministero dell’Interno.