La trasferta a Lecce per salvarli dalla rottamazione è durata qualche mese. Rientrati a Bari per i tre vecchi filobus non c’è ancora nessuna certezza sul loro utilizzo: resteranno in attesa con gli altri quattro, parcheggiati nell’officina dell’Amtab.
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La storia infinita dei filobus
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rnrnAcquistati nel 2009 non sono mai stati utilizzati. E per evitare di mandarli al macero tre mezzi, modello VanHool- Vossoloh Kiepe, già omologati sono stati inviati a Lecce, al costo di 70mila euro affinchè la società che gestisce la linea filoviaria potesse usarli per la messa in esercizio. Il rischio era di mandarli in rottamazione e quindi di gettare all’aria migliaia di euro spesi per l’acquisto.rnrnLa loro trasferta a Lecce è durata pochi mesi. Sono rientrati in estate a Bari (al costo di 3.600 euro) ed ora restano in officina in attesa che il Comune capisca come riattivare la linea filoviaria: mancano fondi necessari sia per la gestione del servizio sia per una serie di lavori da effettuare lungo le linee. In realtà gli interventi di ripristino di due collegamenti (Ceglie – Carbonara e Carbonara – stazione) sono terminati nel 2011. Ma i sette filobus sono ancora fermi nell’officina dell’Amtab. L’intero sistema, dall’elettrificazione dei cavi alla realizzazione delle tre sottostazioni fino all’adeguamento degli stessi mezzi, è costato circa 4 milioni di euro. Sono stati spesi altri centomila euro per pagare il direttore di esercizio, poi congedato. Ora non si ha alcuna certezza su cosa sarà non solo dei mezzi ma dell’intera linea ristrutturata.rnrn