Un filo chirurgico che chiude un buco nel cuore, un professore americano, Antony Nobles, che sceglie il Policlinico di Bari e tre pazienti sottoposti a una operazione straordinaria. Nel capoluogo pugliese, lo scorso 16 novembre, due donne di 42 e 43 anni e un uomo di 45 anni – tutti colpiti da ictus ischemico – sono stati sottoposti a un delicato intervento cardiochirurgico – per mano di Alessandro Santo Bortone (direttore della emodinamica operativa complesso unità dipartimento cardiovascolare, Policlinico) e del suo team, con la supervisione dell’inventore della procedura Antony Nobles (CEO e Chief Specialist clinica dei Nobili Medical Technologies II, Inc.). Un intervento delicato – come dicevamo – che, con una procedura di chiusura del PFO, utilizza il NobleStitch™ EL, piuttosto che un grande impianto metallico.
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L’intervento
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Si tratta di un filo di sutura che entra per via percutanea attraverso la vena della gamba e viaggia verso il cuore sotto la guida di fluoroscopia (X-ray) per chiudere il tunnel. L’efficacia della procedura per la chiusura del PFO è paragonabile a quella dell’intervento chirurgico ma con minori complicazioni e minore ospedalizzazione. L’intervento può richiedere meno di 20 minuti. L’idea di poter chiudere a distanza mediante un semplice filo chirurgico un buco dentro il cuore battente senza lasciare alcun dispositivo al suo interno è sicuramente vincente e costituisce un modo assolutamente rivoluzionario di approcciare la problematica del PFO e, probabilmente nel prossimo futuro, anche di altre patologie cardiache.
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Le dichiarazioni
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“La possibilità di chiudere PFO con una sutura invece di un dispositivo metallico ha molti vantaggi evidenti –ha spiegato Nobles – la più importante è che non c’è bisogno di lasciare una protesi metallica ingombrante nel cuore; significa nessun rischio di embolizzazione, danno miocardico, endocardite, allergie e necessità di trattamento farmacologico con potenziali effetti collaterali. Se i dati di follow-up confermeranno i nostri risultati preliminari NobleStitch™ – ha concluso l’inventore di questa nuova tecnologia interventistica – molto presto diventerà la prima opzione per il trattamento di PFO. Infine, sono convinto che questa tecnologia può essere applicata per altre malattie cardiache strutturali e valvolari”.
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“E’ un risultato della tecnologia medica interventistica forte e positivo” – gli ha fatto eco Bortone. “Questa procedura è unica perché chiude il PFO senza lasciare alcun dispositivo di metallo nel cuore e senza intervento chirurgico e lo abbiamo mostrato contemporaneamente a tanti specialisti cardiaci strutturali”.
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Nobles ha quindi concluso dichiarando che: “L’Italia è diventato rapidamente il nostro mercato più grande e abbiamo riconosciuto che il Policlinico di Bari è un luogo fondamentale per presentare un caso dal vivo e mostrare la semplicità del NobleStitch ™ EL. Siamo entusiasti che sia il Prof. Bortone a far parte di questo storico caso dal vivo ed è anche un grande onore per la nostra società essere selezionati come uno dei primi casi di tecnologia rivoluzionaria, eseguiti al Policlinico”.
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Cos’è il PFO
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Si chiama PFO, forame ovale e viene definito pervio (aperto), quando la chiusura anatomica alle due camere cardiache, che avviene subito dopo la nascita, risulta imperfetta.
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Durante la vita fetale i polmoni sono inattivi e l’ossigeno che va ai tessuti proviene dalla madre tramite la placenta e i vasi del cordone ombelicale. Alla nascita, la circolazione placentare viene interrotta, i polmoni iniziano la loro attività respiratoria e il piccolo circolo polmonare diventa pienamente funzionante grazie all’attività pressoria che salda questa naturale apertura. A circa il 27% delle persone questa chiusura non avviene ed è come se avessimo una porta semplicemente accostata che si può aprire in un senso o nell’altro a seconda della pressione atriale esercitata ai due lati. Non è una patologia, ma un anomalia cardiaca; un foro di forma ovale, derivata dalla persistenza di una comunicazione presente durante la vita fetale al livello della parete che divide le due camere cardiache. E’ una condizione in cui il tunnel tra il lato destro e sinistro del cuore non si è chiuso poco dopo la nascita e coinvolge circa una persona su quattro della popolazione adulta sana.
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In alcuni casi permane un difetto che determina l’aumento del flusso di sangue, causa di embolia paradossa con conseguenti ictus. La chiusura del PFO non chirurgica per via percutanea del forame orale pervio è una procedura che permette di correggerla, quindi un intervento chirurgico effettuato per evitare nuovi episodi ischemici o prevenirli del tutto.
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Esistono diverse soluzioni per la chiusura del PFO e quella mediante dispositivi occludenti, da circa 20 anni, pur dimostratasi una tecnica sicura ed efficace con un basso rischio di complicazioni, è stata completamente rivoluzionata dall’introduzione di una tecnica innovativa, per via periferica, mediante sutura diretta a cuore battente, con anestesia locale e quindi a paziente sveglio.
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