A seguito dell’attivazione del procedimento disciplinare in corso nei confronti di una lavoratrice arrestata dopo un furto compiuto all’ospedale “Di Venere” di Bari ai danni di un paziente ricoverato, il direttore generale Vito Montanaro precisa:
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“Siamo di fronte ad uno dei casi che non avrei mai voluto commentare. Con il suo comportamento la dipendente, arrestata e processata per direttissima con pena sospesa, dopo essersi resa responsabile lo scprso 22 Novembre del furto all’interno del reparto di Neurologia dellospedale Di Venere, ai danni di un paziente ricoverato, ha leso irreparabilmente la fiducia con la ASL Bari”.
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Montanaro aggiunge: “Si tratta di un episodio inqualificabile a seguito del quale la ASL Bari ha ritenuto indispensabile avviare il procedimento disciplinare con la contemporanea sospensione cautelare dal servizio propedeutica al licenziamento per giusta causa della dipendente. Nel ringraziare il comando provinciale dei carabinieri di Bari per essere prontamente intervenuti ed aver accertato celermente la verità e tutto il personale della struttura sanitaria per aver collaborato rendendo possibile la individuazione della responsabile del deprecabile gesto, voglio anche esprimere a nome dell’Azienda sanitaria Locale di Bari la vicinanza e la solidarietà alla persona che ha subito la sottrazione del portafogli poi recuperato con la refurtiva dopo l’intervento dei carabinieri”.
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“La dipendente – conclude Montanaro – con il suo comportamento ha irrimediabilmente compromesso la fiducia necessaria per la permanenza del rapporto di lavoro. L’Azienda sanitaria non può tollerare un tale comportamento. Con la propria condotta durante l’orario di servizio, ovvero ponendo in essere un furto a danno di un paziente ricoverato, la dipendente ha violato le norme del Codice di Comportamento dei pubblici dipendenti (DPR n. 62/2013), il Codice di Comportamento Aziendale (delibera del Direttore Generale n. 164 del 29.01.2016) le norme della CCNL di settore e dell’art. 8 del contratto individuale di lavoro. Ciò che ritengo altrettanto inaccettabile è la grave lesione prodotta all’immagine della stessa Azienda Sanitaria che non può tollerare atti che turbano la sicurezza e la serenità dei pazienti nei reparti”.
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