Saracinesche abbassate. File di cartelli con le scritte affittasi e vendesi. Strade senza vetrine accese. Se tutto questo non fosse abbastanza, a testimoniare la crisi del commercio ci sono i numeri. Quelli diffusi da Movimprese, analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle aziende, condotta da InfoCamere.rnrnAbbiamo estrapolato i dati inerenti esclusivamente il commercio al dettaglio per Bari e provincia. Ne è risultato che su 210 nuove iscrizioni, di attività ne sono cessate 502. Questo nel terzo trimestre del 2016 (luglio – settembre). L’anno scorso su 240 iscrizioni ci sono state 376 cessazioni. Un saldo sempre negativo ma comunque non disastroso come quello che si registra per quest’anno.rnrnBari resta la provincia più colpita, seguita da quella di Brindisi dove ci sono state 60 iscrizioni e 98 cessazioni, Taranto (69 iscrizioni e 97 cessazioni), Lecce (172 iscrizioni e 192 cessazioni) e Foggia (146 iscrizioni e 147 cessazioni).rnrnIn tutta la Puglia contro le 657 nuove iscrizioni ci sono state 1036 chiusure.rnrnLe strade deserternrnTra gli scenari più preoccupanti spicca via Manzoni, strada simbolo dello shopping tanti anni fa, ora in pieno degrado. Qui ci sono 49 negozi che hanno chiuso su 120 attività: il 41 per cento. Forse la più alta concentrazione di chiusure in una strada dedita al commercio in tutta la città. I negozianti sono stanchi. C’è tanta buona volontà che però si scontra con il degrado, lo stato di abbandono, gli atti di vandalismo.rnrnMa via Manzoni non è l’unico caso. In via Principe Amedeo e via Dante ci sono decine di saracinesche abbassate. E non solo in centro. La periferia è piena di strade dove i commercianti sono stati lasciati soli: dal San Paolo a Japigia, senza dimenticare Bari Vecchia. E in alcuni casi la sopravvivenza è stata possibile solo grazie a negozianti che hanno deciso di autotassarsi per organizzare eventi e momenti di attrazione. Sul Natale forti ad esempio sono state le polemiche da parte dei commercianti di piazza Umberto e di via Manzoni proprio per l’assenza di manifestazioni previste dall’amministrazione.rnrnIl futuro del commercio?rnrnIl Comune, così come la Regione Puglia, sta puntando molto sul progetto dei Duc, i distretti urbani del commercio, che permetteranno una caratterizzazione di strade o interi quartieri, usufruendo di finanziamenti regionali. Progetto che viene tramandato da assessore ad assessore da anni ormai.rnrnLa ricetta dell’amministrazione per salvare il commercio è quindi “specializzarsi”.rnrn“Per via Manzoni – ha detto nei giorni scorsi l’assessore allo Sviluppo economico, Carla Palone – bisogna offrire qualcosa di diverso da quello che c’è già in altre strade. Via Manzoni per esempio potrebbe essere il centro dell’artigianato locale. Tante piccole o grandi botteghe made in Bari o in Puglia. Così i clienti sapranno che lì possono trovare qualcosa che sicuramente non si vende in via Sparano o via Argiro”. Ed ancora orari adeguati alle esigenze dei turisti. “Dobbiamo cogliere l’occasione dei Duc – ha detto anche il sindaco Antonio Decaro – per ripensare il dialogo tra città vecchia e borgo murattiano in termini di presenza delle attività commerciali di merci varie e attività food, offrire nuovi spunti attrattivi sulle zone commerciali più periferiche in modo da rappresentare una valida alternativa al centro e insistere sullo sviluppo turistico di alcune zone di Bari, penso alle ex frazioni marine, che devono adeguare i tempi di apertura delle attività commerciali e la loro offerta sulla base delle esigenze dei turisti”.
Commercio in crisi, a Bari apre un negozio e ne chiudono due
Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 11:59
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