E’ accusato di essere uno dei killer del triplice omicidio avvenuto nel rione San Paolo nel 2013, oggi la Dda di Bari ha chiesto la condanna a 30 anni per Antonio Moretti, pregiudicato 33enne. Il 19 maggio di 3 anni fa furono uccisi a colpi di kalashnikov Vitantonio Fiore, figlio del boss del quartiere San Pasquale di Bari, Antonio Romito e Claudio Fanelli. La richiesta di condanna è stata avanzata dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi al termine della requisitoria dinanzi alla Corte di Assise di Bari.
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Moretti è l’unico imputato a non aver scelto riti alternativi, mentre gli altri sono stati processati in abbreviato e attualmente la loro posizione pende dinanzi alla Corte di Assise di Appello. Nella sua discussione l’accusa, dopo aver ricostruito i fatti, il pm ha insistito sull’aggravante mafiosa del delitto, non riconosciuta in abbreviato. Per il triplice omicidio, infatti, è già stato condannato in primo grado all’ergastolo, con esclusione dell’aggravante mafiosa, il pregiudicato Nicola Fumai, mentre sono stati assolti gli altri tre pregiudicati che secondo l’accusa presero parte al gruppo di fuoco, Vito De Tullio, Vito e Luigi Milloni. Secondo il pm Rossi quel delitto invece fu mafioso, perché “la fama criminale” del gruppo di fuoco, quindi la loro capacità “di intimidazione” e la “condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva” avrebbero consentito “quell’esercizio smisurato del potere mafioso”, pur essendo il movente legato ad una vendetta. Il triplice omicidio fu infatti la risposta all’assassinio del boss Giacomo Caracciolese, ucciso da Fiore e dal cognato Donato Cassano – che ha confessato il delitto alcuni giorni fa – il 5 aprile 2013.