Una cattedrale nel deserto. Costata 20 milioni di euro, inaugurata e mai entrata in funzione. Ed ora il Comune scopre che si è costruito senza concludere le procedure di esproprio. Stiamo parlando del Maab, l’edificio inaugurato nel 2010 e rimasto chiuso.
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La storia
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Una lunga storia fatta di ricorsi, di incontri e vertici per aprire un edificio sede del Maab, il mercato agricolo alimentare barese, che si estende per 200mila metri quadrati sulla strada tra Mungivacca e Triggiano. I lavori sono terminati nel 2010 ma la struttura non è mai stata aperta. Si sviluppa su più piani, ma all’interno ci sono solo 16 box progettati per accogliere i venditori all’ingrosso che attualmente sono presenti nel mercato ortofrutticolo di via Caracciolo. Questi però sono 48 e quindi non ci sarebbe spazio per tutti. Senza contare il costo elevato dell’affitto: 3mila euro al mese nel nuovo Maab contro i mille del Moi.
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Il Maab è gestito da un consorzio rappresentato dall’85 per cento dalla Camera di Commercio, dal 12 per cento dal Comune e dal 3 per cento dalle associazioni di categoria.
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La nuova tegola
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Due giorni fa la giunta, di tutta urgenza, ha dovuto approvare una delibera di indirizzo con la quale si chiede al settore espropriazione di “somministrare – si legge nell’atto – comunque, la delega alla potestà espropriativa alla società Maab e agli adempimenti connessi, come già deliberati, onde perfezionare, entro i termini prescritti, tutte le attività volte all’acquisizione delle aree e di prevedere per tempo, prima della scadenza dei termini, ove necessario anche per completare l’acquisizione di tutti gli immobili, all’approvazione di una proroga della pubblica utilità con conseguente adeguamento della durata della polizza fideiussoria”. In poche parole, si è costruito senza concludere le procedure di esproprio.
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Ed ora qual è il rischio? “L’eventuale restituzione dei suoli “residui” ai legittimi proprietari comporterebbe una conseguenza dannosa e contraria all’interesse pubblico”, si legge ancora nella delibera.
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L’interrogazione della Melini
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Sulla questione ha presentato un’interrogazione la consigliera comunale Irma Melini. “Alla luce dei recenti accadimenti – scrive – come ad esempio il rinnovo tardivo della delega alla potestà espropriativa delle aree sulle quali sorge il Maab, delle sedute volutamente deserte dei Consigli comunali dedicati alle interrogazioni a risposta immediata nei quali era stata già posta la questione; alla luce del silenzio dell’assessore Carla Palone sui ritardi con i quali l’amministrazione sta gestendo il consorzio del MAAB e sul relativo spreco di risorse pubbliche ho ritenuto necessario, quanto mai urgente, interrogare e, quindi, ricevere risposte urgenti dal sindaco”. A preoccupare è anche l’imminente chiusura del Moi di via Caracciolo: in un anno i venditori dovranno essere trasferiti. “Ho chiesto – conclude – anche di capire come saranno compensate le spese di gestione a fronte del mancato utilizzo della struttura, a cominciare dal servizio guardiania”.
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