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Un birrificio e alloggi per gli sfrattati nelle case confiscate alla mafia

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:06
Il futuro del casale confiscato alla mafia

Il casale del clan Di Cosola a Ceglie confiscato e trasformato in fattoria con micro birrificio. Le villette di Savinuccio Parisi a Torre a Mare messe a disposizione per l’emergenza abitativa. Il Comune di Bari presenta i progetti per il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia e lo fa in occasione del 24esimo anniversario della strage di via D’Amelio, dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta.

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Il progetto di Ceglie

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A Ceglie sarà realizzata una fattoria con micro-birrificio artigianale in grado di ospitare otto persone disagiate, che saranno formate sulla filiera agricola e re-inserite attraverso la produzione, l’imbottigliamento e la distribuzione di birra a chilometro zero.

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Il complesso, situato in aperta campagna, è composto da un capannone per l’impianto di produzione, etichettamento e distribuzione della birra artigianale, spazi coperti per lo stoccaggio, la vendita e la degustazione, nove camere da letto. L’investimento totale è di un milione e mezzo di euro.

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“Da quando abbiamo cominciato questo lavoro – spiega il sindaco Antonio Decaro che oggi ha compiuto un sopralluogo con Francesca La Malfa, presidente della Sezione Penale del Tribunale di Bari, il procuratore della Repubblica Giuseppe Volpe e i vertici delle forze dell’ordine  –  abbiamo assegnato più di dieci case confiscate alle organizzazioni criminali a famiglie in condizioni di emergenza abitativa. Il lavoro e la casa sono due diritti sanciti direttamente e indirettamente dalla Costituzione, la stessa costituzione su cui ha giurato Paolo Borsellino”.

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Una mappa di tutti i beni confiscati

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“Lo stato di degrado in cui versa attualmente l’immobile di Ceglie – ha aggiunto La Malfa – sequestrato nel 2012, rende sempre più attuale la necessità di una modifica legislativa che consenta all’autorità giudiziaria di disporre immediatamente l’assegnazione provvisoria dei beni sequestrati per impedire che gli stessi vengano depredati, costringendo poi gli enti assegnatari, quali il Comune di Bari, a sostenere i costi del restauro. Grazie al protocollo sottoscritto la scorsa estate sarà presto operativo un sito che fornirà la mappa di tutti i beni in sequestro onde consentire agli enti territoriali e a tutti i soggetti interessati di avanzare proposte di riutilizzo sociale”.

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