I dati sulla tornata elettorale, in Puglia come nel resto del Paese, danno almeno due motivi sui quali occorre una seria riflessioni da parte di tutte le forze politiche e in particolare di quelle moderate e riformiste. Il primo dei due riguarda il forte astensionismo; c’è in Italia un esercito fatto da milioni di cittadini disillusi da una politica che appare sempre più distante dalle esigenze e dalle problematiche del vivere quotidiano. Milioni di cittadini che diventa fondamentale recuperare alla vita democratica e alla partecipazione attiva, affinché – per esempio – il sindaco, che dovrebbe essere la massima e totale espressione del territorio, non rappresenti più un solo elettore su quattro.
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Non è possibile continuare ad assistere a questa continua erosione di voti. Serve da subito una nuova politica capace anche di parlare alla pancia del Paese ma che allo stesso tempo proponga soluzioni concrete alle problematiche che soffocano la nostra società. Occorre non solo (o non più) rottamare, ma innovare e sperimentare con coraggio, abbandonando definitivamente le vecchie logiche. Queste sono ossigeno puro per movimenti ricchi di proteste e slogan, ma in realtà poveri di idee e di reali progetti di sviluppo. Dobbiamo molto a chi ci ha già concesso la propria fiducia e ancora di più a chi ha deciso di rassegnarsi, estraniandosi e disinteressandosi della collettività di cui deve invece tornare a far parte.