Nuova puntata della rubrica di Vito Raimondo “Ma sì, diciamola tutta…”
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Il fallimento del progetto – Paparesta nel paese di Machiavelli, ma anche di Pulcinella!
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rnL’Italia, si sa, è la patria di Machiavelli, ma anche di Pulcinella. Per quel che si è visto, a Bari nella invereconda vicenda del calcio barese, siamo ( in pieno) nella seconda situazione. Quei 25-30 mila mammalucchi che allo stadio e in Tv si sono entusiasmati per l’arrivo di un tizio chiamato Datò hanno capito che si è trattato di un travestimento. Quel (ridicolo) personaggio (con relativa pacchiana maga al seguito) fatto ricevere in pompa magna dal Presidente delle Regione e dal Sindaco (ahi!) è stato messo lì da qualcuno (Lotito o la Infront, sponsor di Paparesta?) in attesa delle promozione in serie A che avrebbe fruttato un bonus di 25-30 miliardi da parte della Lega, utili per cancellare il deficit di bilancio e fare una campagna acquisti decente.
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Svaniti i danè, il castello di carta si è dissolto e Paparesta è rimasto solo con il suo egotismo e il suo smodato protagonismo, circondato da 7-8 giocatori che non conteranno nulla anche in futuro poiché allestire una squadra competitiva non è affar suo. Lo si è capito in abbondanza. Lo stesso discorso, più o me no, vale per il signor Giancaspro il quale, però, dalla sua, almeno, ha un gruzzoletto di quattrini disponibili.
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Il restyling di via Sparano non serve ad incrementare gli affari dei negozianti
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rnVia Sparano. Non interessa a me e a molte altri se su quella strada debbano rimanere le palme o se, invece, è il caso di rimuoverle e sostituirle con blocchi di cimento ( o simile) che dovrebbero ospitare opere d’arte. Magari a benefici di efficientissimi vandali…
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Parliamoci chiaro: il problema di quella via è, soprattutto, l’immondizia che la occupa da piazza Moro a Corso Vittorio Emanuele, a macchia di leopardo. Ergo, il Sindaco lanci un piano per rimuovere (costantemente) i rifiuti – ripetutamente fotografati e pubblicati dai giornali- utilizzando i quattrini destinati ad un restyling che non serve ad incrementare gli affari (depressi) dei negozianti, ma solo a riempire di vanagloria non so chi! O lo so…
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La Puglia invasa da latte estero. Punti sui prodotti a chilometro zero
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rnLa Puglia è invasa da latte estero e gli allevatori abbandonano le aziende. Come uscirne? Lo prospetta Giovanna Melcarne (“Lattoria” di Gagliano del Capo):” I consumatori evitino di ingrossare la Grande Distribuzione e acquistino i prodotti a chilometro zero”.
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Insomma, diciamo basta alle esasperate politiche basate sulle economie di scala e, quindi, alle produzioni massive che omogeneizzano le specialità lattiero casearie e avviamo un cultura di prezzi giusti (oculati) per i prodotti di vicinato che assicurano freschezza e qualità. E se costano qualche centesimo in più di quelli industriali non ci facciamo caso! Intanto, si profila all’orizzonte l’introduzione dell’accordo intercontinentale (Usa-Ue) di libero scambio Ttip ovvero la fine dei prodotti tipici.